L'intesa raggiunta tra l'Eurogruppo e la Grecia mi ha richiamato alla mente l'armistizio di Compiègne, quando, al termine della Grande Guerra, gli Alleati imposero alla Germania gravose condizioni di pace. D'accordo: lo Stato ellenico è precipitato in una crisi economico-finanziaria per colpa di una classe politica inaffidabile e Tsipras ha messo in scena una strategia inconsistente, ma era proprio il caso che l'UE umiliasse il popolo greco disponendo obblighi così severi?
Ricordiamoci di cosa avvenne dopo la firma di quell'armistizio, sottoscritto l'11 novembre 1918 in un vagone ferroviario posto nella foresta di Rethondes: la crisi politica ed economica in cui precipitò la Germania, unita al profondo risentimento che covava nelle masse, diventò un fertile terreno di reclutamento per il Partito nazionalsocialista di Hitler. In quello stesso vagone furono i francesi a siglare nel 1940 la loro capitolazione e la rivincita che i tedeschi avevano atteso per anni. Ricordiamocelo bene, prima che un'Alba Dorata non si stenda dalla Grecia all'Europa con i suoi foschi bagliori che molti, troppi, sono pronti a recepire.