Via Caetani. Ogni volta che si commemora l'assassinio di Aldo Moro ritorno all'impressione che mi fece quando la percorsi a piedi, un pomeriggio di qualche anno fa. Non lontana da Piazza Venezia, stretta ai fianchi da palazzi barocchi, è un breve tratto di strada che sbuca diritto in Via delle Botteghe Oscure, a qualche isolato da Piazza del Gesù. Le Brigate Rosse vollero lasciare proprio lì il corpo di Moro, nel bagagliaio di una Renault 4, come segno di sfida cruenta e sprezzante. La via è frequentata, difficile parcheggiare, quasi impossibile passare inosservati. La vicinanza con la sede storica del PCI e, poco oltre, con quella della DC sono elementi che si aggiungono alla suggestione. No. I brigatisti volevano dimostrare di essere capaci di penetrare anche fisicamente nel corpo dello Stato, come un bubbone, un tumore. Volevano palesarne la facile vulnerabilità, l'intrinseca debolezza, quindi imporgli la resa a mani levate. Come sappiamo, la storia prese un'altra direzione. Però lungo Via Caetani, dove il sole entra di sbieco, i passi risuonano ancora sinistri.