L’essere umano ha un'anima disarmonica che tende alla dissonanza e ai conflitti per sua stessa natura. Oscilla tra ragione e passione, quiete e scompiglio, indolenza e frenesia. L’Io è eternamente in bilico tra le pulsioni dell’Es e le istanze del Super-Io. Siamo come canne al vento, alla ricerca di una difficile conciliazione tra stabilità e flessibilità. Amiamo la luminosità di giornate sotto il sole provenzale, tra i campi di lavanda, e anche le terribili scogliere d’Irlanda battute dalle tempeste.
È che siamo vivi: abbiamo un cuore che pulsa, emozioni in corpo, desideri inespressi, capricci inconfessabili, aspirazioni profonde. Senza soluzione di continuità. Ed è questo disequilibrio che ci spinge ad andare, ci incita a proseguire nel cammino. Altrimenti Colombo non avrebbe sfidato l’oceano e Fleming non avrebbe cominciato a giocare con le muffe.
L’incertezza costituisce la parte essenziale dell’esistenza: possiamo vincere l’ansia che provoca solamente affrontandola, puntando il dito sulle inquietudini che ci tormentano, nominandole una a una. La consapevolezza tende a ridurre la sofferenza. Ma se la nebulosa delle insicurezze rimane lassù, come una nuvola nera sopra le nostre teste, non bisogna comunque temerla. Se non incombe troppo minacciosa, consideriamola come una compagna di viaggio perché, come il sale, rende percepibile l’unicità delle esperienze che facciamo.
(Fotografia scattata a Fuerteventura il 27 luglio 2016)