Forse dovrei raccontarla perbene quella storia. Eravamo seduti al tavolino di un bar, all’ombra di una tettoia pergolata, nel cuore di Aleppo, Elia Kayyimi, Guido La Guida ed io. Assaporando un tè caldo alla menta, accennai al fatto che Pasolini aveva girato alcune sequenze di Medea presso la Cittadella. Elia si illuminò: lui era là, insieme alla troupe. E a Maria Callas. Aveva conosciuto Pier Paolo (lo chiamò per nome) nel periodo in cui si era trasferito a Roma per frequentare la Scuola di Cinematografia. L’aveva poi ritrovato ad Aleppo durante le riprese, durate qualche giorno. “Una persona finissima”, disse. Aggiunse un particolare: “Parlava a bassa voce, bisognava tendere l’orecchio per ascoltare le sue parole”.
Non c’è molto altro, tutto sommato la storia finisce qui. Annoto queste poche righe ripensando a Elia, Elia Kayyimi, che, per due settimane, accompagnò il gruppo di cui facevo parte lungo le strade di Siria. Lavorava presso il Ministero della Cultura ed era regista di buona fama. Aveva prodotto un film dal titolo strepitoso, Cronache del giorno prima, perfetto per questo racconto che, in fondo, non ha bisogno di ulteriori dettagli. Mi chiedo piuttosto spesso che fine avrà fatto Elia. Sarà sopravvissuto? La sua famiglia avrà scampato la guerra, magari fuggendo in Turchia? E la figlia, che quella sera dava un concerto per pianoforte al Conservatorio?
Aleppo mi fa venire in mente Salò.
Ancora Pier Paolo.
Il pensiero mi gela il sangue.
(Aleppo, Siria, agosto 2008. Photo by Pim)