Di solito i miei scritti prendono origine da pensieri che ho in mente da tempo, pensieri ai quali non ho ancora dato voce. Ad un certo momento, per qualche insondabile motivo, provo il desiderio di dar loro una forma compiuta e immaginarne il senso. È un processo che costa fatica, anche fisica. Trovo che scrivere sia davvero difficile, diffido di chi afferma il contrario. Occorre lasciar fluire liberamente le emozioni, mantenendo al tempo stesso alta la soglia dell’attenzione e della concentrazione. È una specie di caos controllato.
Produco parecchie versioni dello stesso brano, che sia un post per il blog, un articolo di giornale o una lettera personale: ogni volta ricomincio da capo, limo, correggo, preciso, aggiungo particolari, elimino il superfluo. Cerco di attribuirgli il giusto respiro, l’intonazione che sento adatta. Lo faccio decantare un po’ come il vino rosso che, dopo aver preso aria, è più buono e corposo.
Dare ordine e coerenza ai propri pensieri è un lavoro lungo, perennemente in divenire, che porta via molto tempo. Non sono mai certo di riuscirci fino in fondo e in maniera efficace.
(photo by Pim)