I media commemorano oggi il quarantennale dal ritrovamento del cadavere di Aldo Moro. Ma non dobbiamo dimenticare che il 9 maggio 1978 fu anche il giorno in cui Peppino Impastato venne ucciso dalla mafia, pagando con la vita la propria personale ricerca della verità.
“Tra la casa di Peppino Impastato e quella di Gaetano Badalamenti ci sono cento passi. Li ho consumati per la prima volta in un pomeriggio di gennaio, con uno scirocco gelido che lavava i marciapiedi e gonfiava i vestiti. Mi ricordo un cielo opprimente e la strada bianca che tagliava il paese in tutta la sua lunghezza, dal mare fino alle prime pietre del monte Pecoraro. Cento passi, cento secondi: provai a contarli e pensai a Peppino. A quante volte era passato davanti alle persiane di Don Tano quando ancora non sapeva come sarebbe finita. Pensai a Peppino, con i pugni in tasca, tra quelle case, perduto con i suoi fantasmi. Infine pensai che è facile morire in fondo alla Sicilia.”
(Claudio Fava, Cinque delitti imperfetti, Mondadori, 1994)