La moglie di Ahmed, Aïcha, abitava in un piccolo appartamento al piano rialzato, di quelli con le inferriate alle finestre e vista sui cassonetti della spazzatura. Aveva un foulard di seta rosa allacciato sulla nuca e grandi occhi bistrati. Si era presa subito la premura di offrirmi il caffè e una fetta di torta a base di frutta secca. Senza distogliere lo sguardo rispettoso dalla madre, mi aveva detto di essere disposta a spendere purché lui tornasse a casa - in šāʾ Allāh.
Mi secca ammetterlo, ma non lo trovai mai. Del resto, la signora Qualchecosa non possedeva il becco di un quattrino.