I cattivi critici non recensiscono che se stessi. Proiettano sul film o sullo spettacolo teatrale la cattiva digestione, il malumore per una litigata con la fidanzata, la preoccupazione per l'automobile posteggiata sulle strisce pedonali. In quanto al valore artistico, alla poetica dell'autore, poco o nulla rimane in quelle due cartelle stiracchiate e prodotte per mestiere.