La storia andò avanti fino a quando lei non decise improvvisamente di lasciarlo, per ragioni che non lui non poté mai comprendere del tutto. La lettera di addio che ricevette era breve e descriveva solo per sommi capi un’infelicità da cui traspariva, paradossalmente, una certa fretta di concludere e senza strascichi emotivi. Era una donna sentimentalmente volubile, lo sapeva, intuì l’insincerità disseminata negli spazi tra le righe e se ne dispiacque. Ancora una volta, tuttavia, non riuscì fare a meno di provare ammirazione per il suo stile, chiedendosi se non avesse cosparso le sue parole di una deliberata ambiguità. Ad esse preferì non replicare, consapevole che ogni tentativo di farla desistere sarebbe stato vano.
Rispettando perciò la sua scelta, qualunque motivazione celasse, la lasciò andare via. Chiuse tutti i ricordi che gli erano rimasti nello scrigno d’oro e velluto della memoria e di lei smise semplicemente di parlare.