Molto bravo o molto furbetto. Perché avevo, sì, sette anni ma sapevo che cosa la maestra si aspettava da me. Non mentivo: semplicemente assecondavo la mia vena immaginativa ottenendo, come premio, un giudizio positivo. Si trattava di scegliere le parole adeguate, quelle che toccano le corde giuste, e il gioco era fatto.
Dicembre 1972, classe seconda elementare.
Da allora ho affilato la punta della penna, ma il metodo è rimasto lo stesso.
[Cliccare sulle immagini per ingrandirle]