
Gianni Amelio ha il coraggio di mettere le mani dove finora nessun regista ha osato e lo fa efficacemente. Racconta con atteggiamento non giudicante l'autunno del patriarca, mostrando quanto fosse complessa la personalità di Craxi, invischiata nelle proprie ossessioni, nelle interpretazioni paranoiche, imprigionata dall'orgoglio. Craxi appare allora come la vittima di sé stesso, circondato da pseudoamici di basso profilo morale, da familiari adoranti o che lo temono, tutti in soggezione davanti a un monumento con i piedi d'argilla.
Lo sguardo di Amelio si identifica con quello di Fausto, figlio dell'unico compagno affidabile presto uscito di scena: se si cerca di comprendere le ambiguità del craxismo, di dare una motivazione politica alle sue profonde contraddizioni, si rischia di smarrire il senso della realtà storica. Quid est veritas? Est vir qui adest?
Hammamet, di Gianni Amelio, con Piefrancesco Favino, Livia Rossi, Luca Filippi, Silvia Cohen, Giuseppe Cederna (Italia, 2020, 126'). In programmazione al Cinema Massimo di Torino.