L’abat-jour proietta un cerchio di luce dorata sul soffitto. Dietro le spesse tende, la neve continua a scendere oscillando leggera e silenziosa.
La ragazza inarca la schiena facendo aderire i glutei al pube di lui, che da dietro le cinge i fianchi. Piccoli gemiti pizzicano l’aria, come brevi scosse elettriche. Lui fa risalire le mani fino alle spalle, sorvolando i nevi, affondandole poi nei lunghi capelli biondi, lasciandole scorrere intorno al collo e poi giù, ad avvolgerle il seno soffice. Sotto le lenzuola la mancanza d’aria somministra un piacere aggiuntivo, un senso di soffocamento che fa perdere i sensi.
Lei ora volta la testa, protende la lingua nella sua bocca, e lui di rimando le lecca le labbra, i denti, assaporando la schiuma della saliva. Toccandogli ripetutamente le cosce, lei lo incita a continuare ancora, con più forza, senza timore di farle male. Lui risponde accentuando il ritmo e l’intensità dei colpi portati contro il suo bacino sottile. Si contraggono e si rilasciano, si sollevano e ricadono in un’armonia di gesti, ora frenetici ora più lenti. Attingono copiosamente piacere l’uno dall’altra, rintuzzandosi i brividi. Come artisti creano amore per la propria collezione privata attraverso quei corpi nudi finalmente riuniti, riprendendo ogni volta da dove avevano interrotto.
La loro impronta si distende ora sino ai bordi del letto. Lungo le cosce e tra le dita, la passione cola calda e incessante.
(Febbraio 2007. Photo by Pim)