in questo tempo sospeso sento troppe parole e quasi tutte a sproposito, ognuno ha in tasca un'opinione non richiesta, ognuno ci mette inferenze spacciate per rivelazioni, ciascuno la propria parte di giudizi e pregiudizi, di commenti astiosi senza fondamenti logici, e il mondo viene sommerso da una marea nera di notizie presunte, dietrologie ridicole, un mercato di bizzarrie, di polemiche pretestuose, di strafalcioni senza fondamento logico, di azzuffatine da pollaio, in uno spazio torbido dove tutto è manipolato e tutto si confonde, in una messa in scena da dilettanti della domenica dove gli attori almanaccano senza ragionare e la realtà là in fondo diventa un frammento invisibile, immobile, trascurabile
per fortuna quelle parole ottuse non contano nulla perché se contassero saremmo anche noi perduti, per fortuna quelle inutili parole se le porta via il vento, non lasciano traccia alcuna, è tutta una finzione, una rappresentazione, soltanto propaganda, non c'è niente che sappia di verità
intanto il mondo si fa beffe delle parole e prosegue la propria corsa imperturbabile verso l'ignoto lasciandoci qui a discutere a vuoto, a lamentarci di ogni cosa, a prendercela gli uni con gli altri senza motivo, in questo teatro dell'assurdo da cui mi sento soffocato, frequentato da perdigiorno irresponsabili che non ragionano ma almanaccano, che non sanno e anche se avessero saputo non avrebbero creduto, e allora non resta che
non resta che