So che sto per esprimere un pensiero politicamente scorretto, ma è un'evidenza che balza agli occhi: i più indisciplinati, quelli più inclini a violare le norme di confinamento, sono gli anziani nonostante rappresentino la categoria maggiormente a rischio di malattia. Non parlo naturalmente di tutti gli anziani, so bene che tra loro ci sono persone assai responsabili. Il mio è un discorso forzatamente generico eppure ho parecchi riscontri di questo genere: pochi per rappresentare un dato statistico ma troppi per essere casuali o estemporanei.
Questi furbastri si ostinano a uscire, fanno capannello noncuranti, non rispettano le distanze, non indossano la mascherina, si fanno persino beffe di coloro che seguono le regole imposte dall'emergenza sanitaria. È luogo comune criticare l'incoscienza dei giovani, con qualche fondamento, ma gli anziani sono i più tremendi: assolutamente refrattari a ogni richiamo, a ogni reprimenda, temono solo le multe - per mera questione economica, non certo perché capiscono di mettere a rischio la salute propria e degli altri. Non si rendono minimamente conto del pericolo che hanno finora scampato. Non bastano ventiseimila morti (stima per difetto) negli ultimi due mesi. La loro personale credenza si fonda su questo assunto egoistico: "sì, però io...". E ingaggiano interminabili disquisizioni sulle interpretazioni dei DPCM, cercando sempre la scappatoia che giustifichi un comportamento improprio.
Ciò che personalmente mi infastidisce è la mancanza di rispetto nei confronti di chi invece sta a casa accettando le restrizioni, consapevole dell’importanza del proprio sacrificio per il bene della collettività.
Non nego che vi siano ragioni psicologiche e sociali a spiegare tale condotta. L’adozione di misure che limitano la libertà individuale impatta fortemente sulla qualità di vita e richiede un processo di elaborazione e metabolizzazione prima di giungere all’accettazione. La gran parte delle persone si ferma all'incredulità e alla negazione che sfociano in rabbia e aggressività per il confinamento così imposto. Frasi tipo “Si doveva fare prima” o “Non sarebbe meglio invece…” (definite distorsioni cognitive) sono all'ordine del giorno. È chiaro che, se si fosse fatto prima o altrimenti, molti avrebbero comunque trasgredito fregandosene di tutto e di tutti.
A questi vecchi furbastri mi limito perciò a dire: vi meritate un bel giro in rianimazione. Solo un giretto, come sulle giostre e niente di più. Non dico tre settimane sotto sedazione ma appena tre ore, giusto per fare l'esperienza del ventilatore meccanico. Venghino, signori, venghino. Vedrete come vi passerà la voglia.