Scrivere i risvolti

Mi capita

Mi capita sovente di non sapere cosa dire ma conosco bene le emozioni che sento.

Narzisse

Questo mondo è specchio ed esistenza

Quale sarà il ruolo dello sguardo

Nel separare la luce dall'ombra?

Beau Rivage

È stato bello

aver avuto il tempo

di lasciarti correre

a piedi nudi sulla sabbia,

di seguirti con lo sguardo

mentre scioglievi ogni peso

che ti legava alle reti

e aprivi i tuoi sensi

al cielo nuovo della sera.

(Comunque sto bene)

Sarebbe bastato

Un semplice come stai

A interrompere il silenzio

In cui siamo sprofondati

Un segno di vicinanza

Per farmi capire che

Mi hai ancora in memoria

(Non pretendo nel cuore)

Dopo tutto l'amore

Che ci eravamo detti

Per non rendere vano

Quel breve tempo in cui

Ci trovammo a condividere

Una città e un mare.

No, hai ragione tu,

Scusami tanto

Non volevo importunarti

Forse sono stato io

Ad essermi sbagliato

Ad aver dato valore

A un incontro fortuito

Come altri nella vita.

Perciò niente

Fai pure finta di niente

Io invece per davvero

(Comunque sto bene)

Il domani non si prevede

È tardi

Forse ancora troppo presto

Dopo il silenzio della notte

Ecco il silenzio mattutino

Nel tempo che fa

Nel tempo che non è

I vicini dormono ancora

Le persiane restano chiuse

I bambini sognano draghi volanti

Non so gli adulti, forse raramente

Fanno caso l'uno all'altro

Nessuno vede le nostre facce

Dalla fine della stagione scorsa

Se la solitudine estrae le occhiaie

Oppure se ridiamo, tu ed io

Contro la stupidità e il dolore

Nonostante la distanza, la noia

Cosa salutiamo oggi

Un sacco di pensieri

Che spingiamo nelle ore ferme

Confinati senza confine

Restiamo umani in attesa

Introvabili dietro la soglia

Dobbiamo inventarci un nome

Non ha importanza quale

Il domani non si prevede

Sainte Rita à Pigalle

La cappella dedicata a Santa Rita si trova al 65 di Boulevard de Clichy, proprio in faccia al Moulin Rouge. È ospitata al piano terreno di un bâtiment senza charme, indistinguibile tra quelli di Pigalle se non per il nome impresso sul muro del palazzo. La collocazione è curiosa: solo un vrai Parisien può conoscerne l'ubicazione e condurti lì, tra le vetrine dei sex-shop e i neon sfrigolanti dei cabaret, prima di affrontare l'ascesa alla collina di Montmartre. Santa Rita è la patrona delle cause disperate, non a caso la cappella veniva frequentata dalle prostitute del quartiere che a lei si raccomandavano.

Anche tu dunque ti accomodi su una delle seggiole poste davanti al piccolo altare e ti raccogli in un momento di silenzio. Le rose contenute in alcuni vasi spandono tutt'intorno un buon profumo di pulito. Sopra il tavolino della stanza attigua trovi le immaginette devozionali che conosci fin da quand'eri bambino. Un altro tempo, un altro luogo.

Parigi racchiude in sé e custodisce tutte le storie belle che hai vissuto.

Il confinamento come occasione per ampliare le proprie percezioni. per alleggerirsi dalle zavorre esistenziali, per cominciare un percorso di risalita dal buio in cui eravamo caduti...

Tre mesi

Dopo tre mesi, varco i confini del cancello di casa. Guardo il mondo con aria stupita, come se fosse la prima volta. Tutto sembra nuovo, appena nato. Una meravigliosa creaturina mi viene consegnata tra le braccia.

(Photo by Pim)

Collutorio

Collutorio. Si dice collutorio, non colluttorio.

Dal latino colluĕre, sciacquare.

Si tratta di fare dei gargarismi, non di ingaggiare un corpo a corpo con i batteri...

"Sì con riso senza lattosio..."

Ogni mattina mi sveglio con la canzoncina che fa:

"Sì con riso senza lattosio, sì con riso senza lattosio, buono per tuuutti!"

Non riesco a levarmela dalla testa.

"Sì con riso senza lattosio, sì con riso senza lattosio, buono per tuuutti!"

È una innocua forma ossessiva, lo so.

"Sì con riso senza lattosio, sì con riso senza lattosio, buono per tuuutti!"

A lungo andare, però, risulta davvero fastidiosa.

"Sì con riso senza lattosio, sì con riso senza lattosio, buono per tuuutti!"

Cheppalle...

"Sì con riso senza lattosio, sì con riso senza lattosio, buono per tuuutti!"

Tricolori

Osservo le bandiere tricolori sventolare garrule sui balconi. Vogliono rappresentare il simbolo dell'unità nazionale, esprimere un senso di appartenenza, un messaggio di speranza, ma non sono altro che clichés cui la gente si attiene con atteggiamento superficiale.

La loro vista non mi commuove. Lo so per certo: molti tra quelli che le espongono con sì patriottico fervore sono evasori fiscali incalliti.

Andrà tutto bene? Per loro certamente meglio che ad altri.

La "nuova normalità" che ci attende

Speranza fa rima con vacanza: l'associazione viene quasi spontanea, complice la bella stagione che sta sopraggiungendo. C'è gente però che parla di vacanze come se fosse già domani, come se nel frattempo non fosse successo niente, come se non ci fosse un lutto di trentamila morti da elaborare. Lo stesso discorso vale per tutti quelli che hanno ripreso a bighellonare per le vie delle città italiane senza seguire certi princìpi di prudenza che sembrerebbero scontati. Capisco che il confinamento obbligato cui siamo stati sottoposti abbia esasperato gli animi di molti. Resto tuttavia perplesso di fronte a questa gigantesca opera di rimozione camuffata da insofferenza reattiva.

Forse non è soltanto una follia che riguarda il nostro tempo, credo che qualcosa del genere sia accaduto già al termine della Seconda Guerra Mondiale. Colgo uno stato di rilassamento collettivo, una ricerca di sfrenatezza che, come dicevo, appaiono comprensibili ma che andrebbero vissute con più consapevolezza. Qui la guerra non è finita, per certi versi il peggio deve ancora venire. La cosiddetta "nuova normalità" comporterà costrizioni, disagi, abitudini da cambiare, tanti comportamenti da memorizzare. Ci aspetta una vita molto diversa e per un tempo indefinito.

(9 maggio 2020, via Messenger)

1920

Un secolo fa il mondo veniva attraversato da una pandemia virale, l'Italia si trovava in una grave crisi economica e i fascisti cominciavano a scaldare i muscoli.

Per fortuna nel 2020 le cose sono cambiate.

Un crash test psicologico

Questa emergenza sanitaria è una sorta di crash test psicologico. Il virus funziona anche come cartina al tornasole, come reagente capace di estrarre e mettere in evidenza la nostra autentica natura.

Citando ancora Jaspers, nelle situazioni-limite vengono fuori il meglio e il peggio dell'essere umano, che è un impasto di contraddizioni. Può diventare feroce come un animale oppure avvicinarsi alla divinità per forza e generosità. Consapevoli di questo, domandiamoci da quale parte stare.

Forse questo è il momento per capire meglio le persone e su quali contare, per fare una cernita tra chi c'è e chi non c'è. Senza intenti rivendicatori, solo come censimento statistico da tenere presente per il futuro.

(marzo - aprile 2020, via Facebook e Messenger)

La società è malata...

La società è malata, ma non per colpa di un microrganismo. I media ci stanno infettando di odio attraverso un'opera capillare di disinformazione. Non è una novità, avviene sistematicamente da molti anni, ma dall'inizio dell'emergenza sanitaria noto che la gente sta diventando sempre più incattivita e stupida. Il chiacchiericcio volgare a proposito della liberazione di Silvia Romano, sconfinato nel linciaggio ideologico, lo dimostra in modo inequivocabile. Basta leggere i titoli osceni di alcuni giornali, guardare il contenuto violento di certi post, ascoltare certi commenti indignati. Stiamo perdendo quel sano buonsenso che permette di distinguere il bene dal male e ci rende per questo umani. Urge leggere, informarsi, esercitare il senso critico. Ma soprattutto liberarsi di pregiudizi e stereotipi che tolgono forza e libertà al pensiero. Dobbiamo educarci a un atteggiamento non giudicante nei confronti del prossimo, che ci consenta un contatto autentico con la realtà. Solo così potremo scampare al contagio di sputi che ci sta sommergendo.

Un argomento tabù

La politica è diventata ormai un argomento tabù... Ciò che non sopporto, e allo stesso tempo mi preoccupa, è l'acredine con cui vengono accolte le opinioni ritenute "inadeguate" dalla componente più faziosa del web, opinioni un minimo meditate e per questo divergenti rispetto alle correnti di pensiero primitivo così diffuse. Non riesco proprio a farci l'abitudine e neppure a passarci sopra.

La Rete sembra invece percorsa da un'ondata nera di polemiche pretestuose, di aggressività non repressa. E questo atteggiamento genera in me disagio, inquietudine.

Vorrei silenziare questo stupido, inutile, volgare chiacchiericcio e sostituirlo con qualche confronto sincero, con qualche idea utile, con piccoli semplici pensieri di umana comprensione, di vicinanza concreta, di solidarietà.

Non mi resta che postare gattini… (?)

(marzo - aprile 2020, via Facebook)

Il tempo della cura

Ho la sensazione che questo periodo storico stia rivelando completamente tutta l'aggressività che, per varie ragioni, cova in una larga parte della popolazione italiana. Molte energie che dovrebbero essere rivolte a fronteggiare un virus si disperdono invece negli insulti e nelle contumelie. Eppure questo dovrebbe essere il tempo della cura, del corpo come dell'anima.

(15 aprile, via Facebook)

Rompete le righe

Temo molto il momento del "rompete le righe"... l'Italia è diventata una pentola a pressione. Se una buona parte della popolazione ha sviluppato una certa consapevolezza della situazione, ce n'è un'altra insofferente che aspetta solo il "pronti-via" per riversarsi ovunque, incurante dei rischi.

Spero che le persone di buonsenso tengano in memoria quanto sta accadendo e siano capaci di sviluppare un civico senso di responsabilità nei confronti dei più fragili. Di coloro che già vivevano una condizione di disagio e che, in un futuro prossimo, potrebbero pagare il prezzo più caro di questa pandemia.

 

(2 aprile 2020, via Facebook)

Io sto bene

Io sto bene, il che non è poco visto che qualche parente e alcuni conoscenti sono rimasti invischiati nella tela del contagio - non gravemente, per fortuna. La mia attività lavorativa per ora è sospesa, chissà se o quando ripartirà... Resto in attesa di conoscere i tempi del rientro, ma mi sa che il coronavirus stia diventando un alibi in molte strutture e imprese per tagliare personale. Vedremo... Per intanto (r)esisto abbastanza serenamente, vivo il momento presente con quieta consapevolezza, mi prendo cura delle persone cui voglio bene - e anche un po' di me.

(27 aprile 2020, via Messenger) 

5 maggio

Ei fu. Siccome immobile,

dato il mortal sospiro,

l'uccisero: cadde tra spini

come corpo morto cade

su la solitaria

verdura.

Paff... bum!

 

(... Ma che ne so, io me la ricordo così!)

"Un ricordo reale..."

"Tutti pensano che la memoria dipenda dai dettagli. Non è così. Noi ricordiamo con i sentimenti. Un ricordo reale è sempre un gran caos."

(da Blade Runner 2049, di Denis Villeneuve, 2017)

Contagion

Stasera su Canale 5. Dunque, vediamo un po' di che si tratta…

Dopo essere tornata da un viaggio d'affari a Hong Kong, una giovane donna muore in un pronto soccorso di Minneapolis per quella che sembra essere un'infezione virale. In breve tempo altre persone mostrano gli stessi sintomi: tosse secca, febbre, attacchi ischemici, emorragia cerebrale. I casi si moltiplicano in breve tempo sino a diventare migliaia: l'epidemia supera quindi il confine degli Stati Uniti per diffondersi in maniera esponenziale in tutto il pianeta. I ricercatori si mobilitano nella ricerca di un vaccino che sia efficace contro questo nuovo virus, denominato MEV-1. Nel frattempo un blogger cospirazionista diffonde false notizie su una cura omeopatica allo scopo di trarre benefici economici. Alla fine si scoprirà che il contagio proviene dalla Cina e ha un'origine animale: per l'esattezza, origina dal pipistrello ed è arrivato all'uomo attraverso la carne di maiale infetta.

Che dire. Mah, mi sembra una storia davvero assurda, inverosimile, con dei buchi di sceneggiatura grandi così. Addirittura una pandemia causata da un virus sconosciuto capace di contagiare milioni di persone. Un virus cinese, poi. Che esagerazione… Steve Soderbergh è un eccellente regista, ma stavolta non so proprio cosa gli sia passato per la testa…

Contagion, di Steven Soderbergh, con Matt Damon, Gwyneth Paltrow, Marion Cotillard, Kate Winslet, Jude Law (USA, 2011, 105'). 1 maggio 2020, Canale5, ore 21,30