G**** cara,
Ho letto e riletto con vera partecipazione le parole che mi hai scritto. Ti ringrazio per le confidenze che mi riservi, testimoniano un interesse nei miei confronti che mi onora nonostante io sia per te una presenza virtuale. Sebbene il nostro grado di conoscenza sia ancora legato alle sensazioni, avverto provenire da te consonanze emotive molto forti e suggestive.
Tra l'altro, mi chiedevo quale percorso hai seguito per arrivare sino al mio nome: il web è una rete talmente estesa e i naviganti di valore sono rari come certi pesci tropicali in via di estinzione. A volte gli algoritmi si rivelano funzionali e noi stiamo beneficiando di una fortunata congiunzione numerica.
Riflettendo sulle vicende personali che con tanta chiarezza hai rievocato, così come su molti episodi simili che sono capitati a me, mi è tornato in mente il titolo di quella vecchia canzone: la vita è l'arte dell'incontro. Gli incontri fortunati si caratterizzano per l'estemporaneità, la casualità, per gli slanci emotivi che suscitano nel qui e ora - a prescindere da ciò che accadrà in seguito. Per cogliere quell'attimo fuggevole occorrono occhi e cuore aperti al mondo, un'attitudine naturale all'accoglimento, una serena incoscienza… Ci si avvicina l'un l'altro esattamente con uno stato d'animo lieve, senza troppe difese, senza macchinare nulla, semplicemente con la curiosità di scoprire quale sorpresa la vita ci stia riservando.
Ho colto in te la stessa attitudine e di ciò non posso che esserti grato.
(Lettera privata, 11 agosto 2020)