Un eroe "per eterosessuali dal sangue caldo" e "l'uomo che tutti gli uomini vorrebbero essere e che le donne vorrebbero avere". Queste definizioni di James Bond sembrano fatte su misura anche per chi è stato prima di tutti e più di tutti James Bond, ovvero Sean Connery. Il suo stile elegante, ironico, completamente antropocentrico (diciamo la verità!) era un modo per rivendicare l'appartenenza a un modello ben preciso: quello del maschio alfa.
Sessant'anni non sono tuttavia passati invano e la simbologia bondistica è nel frattempo maturata: 007 si è trasformato da simbolo totemico, al quale il cinefilo si rivolgeva al di là di ogni plausibile ragione, a prodotto d'evasione non dissimile da altri costruiti su misura per la fruizione dello spettatore medio.
Così Sean Connery intraprese nel frattempo altre strade, forse meno lastricate di successo ma più vicine all'uomo che era. Compiendo così la metamorfosi da sex symbol scavezzacollo, da stereotipo cinematografico per eccellenza, ad attore maturo dotato di un certo spessore interpretativo. Finendo per colmare quella contraddizione esistente tra l'essere un semplice cliché o un protagonista credibile di lavori cinematografici che non si riducano a semplificazioni letterarie.
You only live twice.
Alla prossima Mr. Connery, Sean Connery.