sei sotto il tiro della pioggia battente, al rosso di un semaforo sornione, i parabrezza annebbiati e gli automobilisti appiccicati al volante come inutili patelle, in testa hai un cespuglio arruffato di pessime opinioni e non trovi di meglio da pensare che vorresti camminare nelle scarpe di un altro rimaste all'asciutto, magari danzare come fa Gene Kelly nello spazio compreso tra due gocce, gettare al cielo sbuffi sbilenchi con la pipa di Popeye, vorresti essere la gatta che non si muove e fa pipì dentro le scarpe di prima, un bambino di cinque anni con l'ombrello più grande del mondo oppure la sua mamma che indossa un cappello impermeabile talmente buffo da non saper da quale parte girarlo o ancora vorresti essere l'uomo che resta perplesso a osservarlo sotto l'acqua di limone come fosse l’ultimo cappello rimasto sulla faccia della terra