Un nome solo: paolorossi. Quante volte lo vidi giocare al vecchio Comunale. Sbucava tra un nugolo di avversari con una finta, uno scatto rapido, e il gol era immancabilmente di rapina. Come in quella tiepida notte d'aprile contro il Manchester United, all'ultimo minuto, accompagnato dal boato dei tifosi. Lo sguardo fulvo da cerbiatto nascondeva la natura da spietato cacciatore d'area.
La sua vita è stata breve, altrettanto la carriera sportiva: dieci anni appena, trascorsi tra picchi assoluti e baratri profondi, trionfi epici e rovesci della sorte.
La sua vita è stata breve, altrettanto la carriera sportiva: dieci anni appena, trascorsi tra picchi assoluti e baratri profondi, trionfi epici e rovesci della sorte.
Se n'è andato anche lui, paolorossi. L'unico, inimitabile paolorossi. E con lui alcune delle emozioni più intense della mia adolescenza.