Seguo la politica di più quarant'anni, non esito ad affermare che questa sia la crisi di governo più insulsa e inopportuna cui abbia mai assistito.
Insulsa perché Renzi e i suoi scherani pretendevano semplicemente di affondare le mani sui fondi europei (che peraltro fanno gola a tutti i politici italiani). Inopportuna per l'emergenza sanitaria in corso: alla faccia dei 500 morti al giorno, dei 400.000 malati, del personale sanitario, di noi italiani che fatichiamo a trovare un modus vivendi. Istituire ora un governo tecnico è come raschiare il fondo del barile, anzi cominciare a scavarci sotto; indire nuove elezioni sarebbe, secondo me, la soluzione più ragionevole ma improponibile in questo momento.
Riuscirà Draghi nell'intento di trovare una maggioranza parlamentare che lo sostenga oppure torneremo mestamente alle urne nei prossimi mesi? Sui possibili scenari che si prospettano potrei fare soltanto qualche banale considerazione da bar, perciò evito volentieri di annoiarvi. Si parla fin troppo di politica e in maniera del tutto incompetente. Ad essere sincero, poi, quella italiana mi appassiona come il baseball: non ne afferro le regole, vedo solo dei giocatori che corrono qua e là senza apparente motivo e, tutt'intorno, tifosi che schiamazzano e si accapigliano (sospetto) senza capire granché neppure loro. L'effetto risulta comico o sconfortante a seconda dell'umore. E il mio umore, attualmente, vira sull'indignato.