Ogni tanto mi piace ficcare il naso nei profili Facebook di persone per le quali, eufemisticamente parlando, non provo alcuna simpatia. So di trovare elementi interessanti per mettere insieme il quadro psicopatologico che serve a confermare la mia opinione su di loro. Allo stesso tempo, però, ho anche l'opportunità di imbattermi in dimostrazioni di web trash che esercitano su di me un'attrazione irresistibile. Post sgrammaticati, gif stupidissime, meme dai contenuti improbabili, video traballanti, selfie in pose ammiccanti, boccucce a uovo sodo, food porn e soft porn… Non riesco a resistere alla tentazione maligna di darci almeno un’occhiata.
Lo confesso: vado matto per il trash. Il ciarpame diffuso nei social network soddisfa certi miei gusti malsani come un tempo lo facevano i film con Lino Banfi o le canzoni dei Village People. Non sono perfettamente consapevole delle motivazioni, presumo legate alla regressione a una fase infantile dello sviluppo, ma potrei giurare che sono del tutto innocue. Il cattivo gusto esibito in modo così pacchiano mi fa sghignazzare mettendomi di buonumore (salvo poi disperarmi per l’abisso culturale in cui la nostra società è inesorabilmente precipitata).
Faccio un esempio che risale a qualche giorno fa. Sfrucugliando nel profilo di un parente acquisito sono venuto a conoscenza di un gruppo Facebook al quale il suddetto è iscritto. Si chiama Matteo Salvini condottiero della patria e il solo nome mi manda in sollucchero. L'immagine alla David di un imperatore a cavallo con la spada sguainata associata a quella di un cacciapalle matricolato con la faccia affondata in una piadina genera un cortocircuito mentale che manda il cervello all’ammasso. Se non è trash questo…