Il primo si potrebbe definire attivo ed è subdolo e pernicioso. È quello di chi si dichiara incapace di provare sentimenti aggressivi addebitandoli invece all'altro. "Non sono io ad essere aggressivo, sei tu". Modalità tipica del meccanismo di proiezione. Così facendo, costui manifesta un atteggiamento oppositivo che non rispetta e non tiene in alcun conto il parere altrui, bloccando qualsiasi possibilità di argomentazione.
Tale modalità determina come effetto la reazione aggressiva della controparte: reazione che si può definire passiva o secondaria, suscitata dalla sensazione di impotenza e dalla conseguente tensione psichica giocoforza accumulata. A un osservatore esterno è questa risposta ad apparire più eclatante, dirompente, proprio perché contiene un'elevata carica di frustrazione. E chi l'ha provocata non perde l'occasione per farlo artatamente notare, creando ulteriori motivi di conflitto.
Si genera così un circolo vizioso da cui, il più delle volte, non si esce.