Cara G****,
Spero che tu stia trascorrendo questo periodo "vacante" serenamente, senza troppi pensieri. Il caldo ferragostano può, a volte, surriscaldare gli animi proprio quando sarebbe necessario staccare dalla frenesia abituale: non è il mio caso (anzi, le tendenze meditative prendono il sopravvento) e mi auguro neppure il tuo.
Ho letto e riletto nel frattempo l'ultima lettera che mi hai scritto: in questa, come nelle precedenti, percepisco consonanze di pensiero nelle quali mi ritrovo, pur alludendo a situazioni personali che - ovviamente - non conosco. Intuisco e comprendo inoltre certe reazioni emotive che appartengono alla parte più istintiva del mio carattere.
Neppure io mi sento un missionario: quando faccio del bene agisco sempre con una certa inconsapevolezza tanto che, sovente, non me ne rendo conto. Credo sia meglio così: detesto "le crocerossine dell'anima" (come le chiamo), quelle persone che si mettono in testa di salvare il mondo e poi non sono in grado di provvedere a se stesse, finendo immancabilmente per mettersi nei guai. Nelle loro azioni non vedo generosità o abnegazione ma soltanto il manifestarsi di un'inguaribile nevrosi. Più che cinismo, un po' di sano scetticismo (da σκεπτόμαι, mi guardo intorno) può funzionare da rimedio contro la melassa perbenista da cui siamo circondati.
Quindi, sì, hai colto una mia caratteristica costitutiva: considero ogni donna diversa dalle altre, ritengo che ciascuna sia speciale a proprio modo e, per questo motivo, degna di attenzione ed interesse. Contesto chi afferma che "le donne sono tutte uguali" (o, d'altro canto, "tutti gli uomini"): ognuno, uomo o donna che sia, possiede requisiti e peculiarità proprie, dunque va considerato come essere unico e irripetibile. Nel bene come nel male, naturalmente. Questa singolarità eccezionale che ognuno di noi rappresenta richiederebbe un trattamento adeguato, un comportamento esclusivo, non stereotipato. A me riesce abbastanza spontaneo relazionarmi in maniera diversa con persone diverse - con le donne, in particolare - senza comunque rinunciare a essere ciò che sono, al mio Io.
Sento provenire anche da te questa lealtà interiore, questa integrità morale, e l'apprezzo davvero molto.
Per ora mi fermo qui. Attendo con gentile impazienza la tua prossima e-pistola.
Ti auguro una piacevole giornata.
P.
(18 agosto 2021, corrispondenza privata)
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