Mort Rifkin è un accademico in pensione che accompagna la moglie Sue, addetta stampa, al Festival cinematografico di San Sebastián. Mentre lei si innamora di uno spocchioso regista francese, Mort intreccia una relazione con una giovane cardiologa e ritrova, almeno per qualche momento, la serenità perduta.
Rifkin's Festival è più o meno tutto qui. Woody utilizza l'esile trama per condividere gusti, preferenze e pallini personali senza curarsi troppo dell'effetto prodotto sullo spettatore. D'altra parte, giunto a 85 anni, può ben permettersi la libertà di guardarsi indietro con un legittimo sentimento di nostalgia per il tempo che fu. Peccato che questa esplicita voglia di raccontarsi risenta di una stanchezza diffusa, dovuta certamente all'età e probabilmente alle tristi vicende giudiziarie in cui si è ritrovato coinvolto. Qualche battuta efficace va a segno qua e là ma, complici gli interpreti poco calati nello spirito del gioco e ridotti a manichini, la storia non coinvolge. Tantomeno diverte.
La sensazione è che Woody, consapevole di essere giunto al capolinea della propria vita (artistica e non), abbia voluto prendere congedo dal suo pubblico lasciando un ricordo di sé volutamente piccolo, trascurabile. Appena una modesta nota a piè pagina per chiudere un percorso unico nella storia del cinema e della cultura del Novecento. Un percorso che è costellato di film, personaggi, gag, situazioni e atmosfere. "Questo sono io", pare voglia dirci con sincera semplicità: "non granché ma è tutto quel che ho." Un film testamento, dunque? Assolutamente no. Woody si (ci) concede un affettuoso e malinconico saluto senza ridicoli trionfalismi né inutili patetismi che stonerebbero con il personaggio (e la persona) che abbiamo conosciuto e amiamo.
Non so se le intenzioni di Woody fossero realmente quelle che ho provato a descrivere oppure le mie non sono altro che le inferenze di un antico ammiratore: fatto sta che riemergo dalla visione di Rifkin's Festival con questi pensieri. Pensieri che mi commuovono e rendono superfluo ogni ulteriore giudizio critico.
Rifkin's Festival, di Woody Allen, con Wallace Shawn, Gina Gershon, Louis Garrel, Christoph Waltz, Elena Anaya (USA/Spa, 2020, 92'). In visione su Amazon Prime Video.