[...] Questo genere di relazione – la definirei paraconiugale piuttosto che extraconiugale, come viene moralisticamente bollata – sta diventando a mio parere sempre più frequente. Sempre più necessario, direi, tenendo conto che la quotidianità matrimoniale raramente concede soddisfazioni degne di nota.
Non mi riferisco qui alle banali scappatelle mordi-e-fuggi. Parlo di quei legami stabili che implicano il desiderio di stare insieme e di accompagnarsi in piena libertà per un tempo ritenuto opportuno, che richiedono un rispetto reciproco consapevole, la volontà di non minare la vita dell’altro, accettando ciò che succede come un regalo del destino. Senza negare naturalmente le difficoltà che un tale rapporto affettivo comporta.
Bisogna essere bravi e intelligenti per condividere una relazione a distanza. Bisogna possedere una buona maturità emotiva per sfuggire alla tentazione di mollare ogni cosa quando nascono problemi, di porsi inutili interrogativi sul futuro, di manipolare l’altro evitando gli aut-aut o le prese di posizione dirompenti. Non è da tutti.
(20 ottobre 2021, corrispondenza privata)