Il passato è così remoto che ci vorrebbe un inventario,
non si trovano più sbarcatoi che ci accolgano salvi a riva
né comodi posapiedi per il procedere passopasso.
Forse mancarono le forze buone dell’immaginazione,
forse furono tutte queste cose messe giù in proporzione
(le menzogne, le tentazioni, e le opere e le omissioni)
ad aver reso funesti i migliori più improbabili auspici,
ad averci separato in due tocchi sulla soglia di casa.
Così noi ci arrendemmo provati, senza più colpo offendere
senza dirci mezzo arrivederci - o probabilmente amaipiù.
pareva troppo difficile e poi senza pronunciarlo lo fu,
trascurammo i dettagli e tutto lasciammo al caso disperato
che davvero non lo era però almeno a lungo inaspettato.
Ci risparmiammo qui l’invocazione ultima della resa
e anche la sofferenza spesa che spesso dopo ne deriva.
Decisi a non essere nature morte in un quadro di Dalì
ci chiudemmo ad uno ad uno nella solitudine dell’uovo.
Ci levammo di mezzo come stivali vecchi abbandonati,
fuggimmo nel parapiglia delle settimane enigmistiche,
delle domeniche del corriere con i sacchi del postino.
Il senso perduto era solo un gioco di ruoli e di parole
di cui non capii bene regole, norme, pratiche, eccezioni.
Non ebbi da lei più sgraditi riscontri e nemmeno altri incontri.
Tutto resta com’era se fingiamo che non sia mai successo.