<< Ti riferisci a ciò che è successo a quella giornalista? >>, interviene Roberta.
<< Sì, certo, non mi riferivo a una donna consenziente come potrebbe essere… una fidanzata, ecco. Perché per me è l'anticamera del disprezzo. >>
<< Oh sì >>, dice Marinella. << È abuso, disprezzo, sopraffazione sull'altro, esercitare il potere di fare quel che si vuole, come se niente fosse. >>
Gabriella non trattiene un moto di stizza: << Ancora più pesante da sopportare sono i silenzi o le giustificazioni becere di alcuni maschi. Maschi, non uomini. >>
<< È un atto di maleducazione >>, afferma con forza Cinzia.
<< Anche qualcosa di più >>, le risponde Paola: << Il preludio all'accesso a libertà non concesse. >>
<< Cafonaggine, la chiamerei >>, continua Cinzia: << Solo un cafone troglodita potrebbe comportarsi così. Non mi piace che si superi il limite dell'educazione. A meno che le due parti non siano consenzienti, ovvio >>.
Paola e Marinella fanno riferimento ad alcune esperienze personali oltremodo sgradevoli, risalenti al periodo adolescenziale. Erano anche gli anni in cui il movimento femminista insegnava alle donne a prendere coscienza del proprio corpo, rivendicandone la proprietà, il valore e il rispetto dovuto.
Ascolto con attenzione e poi esprimo anch’io un parere. << Lo trovo semplicemente un gesto stupido. >>.
<< No, Pim. Il palpeggiamento è una molestia >>, replica Ester.
Immaginavo l'obiezione e quindi provo ad argomentare. << Certo. Ma intendo stupido non in senso riduttivo, al contrario. Voglio dire che è l'espressione di una mente che non sa pensare. Di una mente che non si chiede quale sia il senso delle proprie azioni, incapace di valutarne le conseguenze. Potrebbe essere la mente di un cinghiale, ecco... >>
<< Povero cinghiale! >>, sdrammatizza Paola.
<< Un cinghiale di quelli che, mentre guidi di notte, ti tagliano la strada e vai a sbattere o finisci in una scarpata >>.