Arrivo alla fine del film con alcune domande che mi frullano in testa. Perché George Clooney ha voluto mettere per immagini l'autobiografia del giornalista J.R. Moehringer, noto (si fa per dire) come ghostwriter del principe Harry? Perché ha scelto di raccontare le vicende, del tutto risibili, di un ragazzo senza qualità alla ricerca di una figura paterna? Voleva dimostrare che, al giorno d'oggi, soltanto i mediocri un po' testardi arrivano al successo? È per questo motivo, allora, che ha scelto un approccio superficiale alla vicenda, oltremodo banale, sbozzando personaggi tutti poco interessanti? Le intenzioni di Giorgione, uomo di valore e regista capace, rimangono stavolta un mistero… La bella colonna sonora anni '70 appare provvidenziale nel salvare lo spettatore dal mare di sbadigli.
The Tender Bar, di George Clooney, con Tye Sheridan, Ben Affleck, Lily Rabe, Christopher Lloyd, (USA, 2021, 104'). In visione su PrimeVideo
Nel 2002 Mohamedou Slahi viene arrestato in Mauritania e trasferito a Guantanamo Bay con l'accusa di aver partecipato all'organizzazione dell'attentato alle Twin Towers. È l'inizio di una vicenda kafkiana (vera): Slahi sarà detenuto per dodici anni senza prove né processo e sottoposto a torture degradanti. Le avvocatesse Nancy Hollander e Teri Duncan riusciranno solo nel 2016 a dimostrare l'estraneità dell'uomo e a ottenerne il rilascio. Con The Mauritanian il cinema comincia finalmente a rielaborare gli abusi perpetrati dagli Usa dopo l'11 settembre. Nonostante alcuni limiti oggettivi, il film ha il pregio di squarciare il velo su fatti e persone, conducendo lo spettatore dentro un incubo a occhi aperti.
The Mauritanian, di Kevin Macdonald, con Tahar Rahim, Jodie Foster, Benedict Cumberbatch, Shailene Woodley, (GB/USA, 2021, 129'). In visione su PrimeVideo
La difficile elaborazione del lutto da parte di Allegra, sopravvissuta a un attentato terroristico in Marocco che è costato la vita a tre amici. Ispirato a un fatto realmente accaduto, il film procede per via di levare soffermandosi sui silenzi e sullo sguardo immobile della protagonista. Il dolore è una montagna aspra con la quale misurarsi fino allo sfinimento delle forze ma che può essere vinta.
Atlas, di Niccolò Castelli, con Matilda De Angelis, Helmi Dridi, Nicola Perot, Irene Casagrande (Svi/Bel/Ita, 2021, 90'). In visione su Sky