Leggere di nascosto il diario di qualcuno (una sorella, un compagno di classe) veniva unanimemente ritenuta un'azione riprovevole. Ammetto di averlo fatto qualche volta da ragazzo. A mia discolpa posso dire che ero spinto solo da un'innocente curiosità, comunque non me ne vanto.
Oggi, invece, chi non rimarrebbe male se gli amici non ficcassero gli occhi nei post pubblicati su Facebook o su Twitter e, per di più, non ci mettessero un like? Io stesso, pur esibendo un signorile distacco nei confronti dell'audience, controllo ogni settimana la statistica dei contatti di questo blog.
A ben pensarci, la differenza tra le pagine di un diario cartaceo e quelle virtuali di un social media sta tutta qui.
(photo by Pim)