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Tag: comportamentismo, John B. Watson, Pim, psicologia, scelte, Scrivere i risvolti, tempo, The twelve infants quote, vita
<< Pim, sai che ti leggo con vero piacere. Scrivi bene, proponi argomenti davvero interessanti. Tu però voli troppo alto per la media. Che peccato... >>.
L'affermazione di Elsa mi coglie di controbalzo. Non mi sarei mai aspettato un'osservazione così diretta da una persona appena conosciuta.
<< Ti ringrazio, contraccambio l'interesse >> , rispondo prendendo qualche secondo di pausa per argomentare. << Non credo di volare alto... volo un po' sghembo, questo sì. >>
<< Sei anche modesto! >>, esclama lei, chiudendo il discorso e passando ad altro.
Mi prendo un istante per riflettere su quelle parole. Penso che farei bene a considerarle un complimento. Un complimento lusinghiero, perché pronunciato da una donna di cui ho immediatamente colto il valore. Dovrebbero instillarmi un logico sentimento di orgoglio, invece riconosco di aver provato lì per lì una vaga sensazione di disagio. Come se fossi stato beccato con le mani in un vasetto di marmellata.
Perché?
Provo a darmi una spiegazione.
Le parole di Elsa mi hanno fatto sentire fuori luogo, cosa che mi succede frequentemente fin dai tempi dell'infanzia. Dalle scuole elementari, per la precisione, quando i miei precoci interessi culturali finivano per isolarmi dai compagni di classe. Un bambino di otto anni appassionato di animali preistorici non poteva godere, almeno all'inizio degli anni Settanta, di una grande popolarità presso i coetanei.
(Ecco da dove viene la metafora della marmellata.)
Mi ritrovo nuovamente calato in un contesto, stavolta quello delle reti sociali, di cui, per distrazione o chissà quale mancanza, mi sfuggono le coordinate essenziali. Un contesto che mi appare imprevedibilmente estraneo, nel quale non so bene inserirmi, come muovermi. Che di conseguenza marca la mia distanza dalle cose, dalle persone.
Ho la netta impressione che Elsa abbia capito. Spiego così il senso di quel "che peccato", considerazione apparsa a quel punto del discorso del tutto incomprensibile. E che ora mi imbarazza ulteriormente.
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Tag: animali preistorici, che peccato, infanzia, Pim, psicologia dinamica, reti sociali, Scrivere i risvolti, scuole elementari, social media, Twitter
Il rifiuto della banalità costituisce il mio atto di ribellione quotidiano.
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Tag: il mio atto di ribellione, Pim, rifiuto della banalità, Scrivere i risvolti
Siamo separati da un solo ricordo. Quello in cui c'eri tu e non c'ero più io.
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Tag: assenza, memoria, Pim, ricordo, Scrivere i risvolti, siamo separati
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Tag: ciò che è spaventoso, Drive My Car, Pim, Ryūsuke Hamaguchi, Scrivere i risvolti, verità
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Tag: Ferrara, Italia, Lido di Spina, memoria, Pim, Scrivere i risvolti, tutto si fa ricordo, Viale Raffaello Sanzio
Diane Arbus diceva che fotografare è come andare in punta di piedi in cucina a notte fonda e rubare i biscotti.
Quando scatto una fotografia preferisco circoscrivere il tempo in cui creo l'inquadratura entro pochi istanti. Altrimenti mi faccio prendere da troppe considerazioni, perdo l'attenzione e il momento giusto per catturare quell'immagine.
Prediligo lo stesso metodo quando mi capita di annotare qualche pensiero improvviso, sebbene la forma possa risultare imperfetta o non del tutto accettabile. Mi prefiggo di fissare l'emozione del momento senza concedermi sovrastrutture razionali che ne alterino l'immediatezza.
(Parma, photo by Pim)
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Tag: attenzione, come rubare i biscotti, Diane Arbus, emozione, fotografia, immagine, immediatezza, inquadratura, Italia, Parma, Pim, Psicologia, scrittura, Scrivere i risvolti
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Tag: Abbazia di Pomposa, bellezza, curo gli affanni, dosi epicratiche, Ferrara, Italia, Pim, Scrivere i risvolti
Carl Gustav Jung visitò Ravenna una prima volta nel 1913 e vi tornò esattamente vent’anni dopo. Ne rimase affascinato, come il suo maestro Sigmund Freud che, ne L'interpretazione dei sogni riferì di aver vissuto in quelle vie percorse “mai da sveglio” un’esperienza "surreale". Nel libro Ricordi, sogni e riflessioni del 1934 (pubblicato in Italia da Il Saggiatore nel 1965), Jung riporta: “Già in occasione della mia prima visita a Ravenna, la tomba di Galla Placidia mi era parsa significativa e di un fascino eccezionale. La seconda volta, venti anni dopo, ebbi la stessa impressione. Ancora una volta, visitandola, mi sentii in uno strano stato d’animo; di nuovo, ne fui profondamente turbato”.
Fu tuttavia nel Battistero Neoniano che gli capitò, come lui stesso ammise, “uno degli avvenimenti più strani” della sua vita. "Andammo direttamente al Battistero degli Ortodossi (…). Ero piuttosto sorpreso perché al posto delle finestre che ricordavo di aver visto nella mia prima visita, vi erano ora quattro grandi mosaici di incredibile bellezza, e che a quanto pareva avevo completamente dimenticati. Mi irritava scoprire che non mi potevo fidare della mia memoria".
Ecco. La memoria. Quanto la forza della suggestione provocata dai capolavori dell’arte può incidere sulle facoltà rievocative della memoria?
Prosegue Jung: "Il quarto mosaico, sul lato occidentale del Battistero, era il più efficace. Lo guardammo per ultimo. Rappresentava Cristo che tendeva la mano a Pietro, mentre questi stava per affogare nelle onde. Sostammo di fronte a questo mosaico per circa venti minuti (…). Ho conservato un chiarissimo ricordo del mosaico di Pietro che affoga, e ancora oggi posso vederne ogni dettaglio (…)". Jung interpretò l'immagine con queste parole. "Iniziazioni di questo genere spesso erano legate all’idea che la vita fosse in pericolo, e così servivano a esprimere l’idea archetipa della morte e della rinascita."
Enormi furono la sorpresa e anche lo sgomento che provò quando si mise alla ricerca di immagini fotografiche che documentassero la scena raffigurata dal mosaico. "Quando ero di nuovo in patria, chiesi a un mio conoscente che andava a Ravenna di procurarmi le riproduzioni. Naturalmente non poté trovarle, perché poté constatare che i mosaici che io avevo descritto non esistevano!". Non potevano esistere, infatti. Nel Battistero Neoniano si trovano quattro piccole absidi, al di sopra delle quali ci sono altrettante iscrizioni bibliche. Quella alla destra di chi entra, cui si riferisce Jung, riporta un passo del vangelo di Matteo dove, semplicemente, si narra il gesto di Gesù che salva Pietro.
“Dopo la mia toccante esperienza nel Battistero di Ravenna", conclude Jung, "so con certezza che un fatto interno può apparire esterno e viceversa. Le mura stesse del battistero, che i miei occhi fisici necessariamente vedevano erano coperte e trasformate da una visione che era altrettanto reale dell’immutato fonte battesimale. Che cosa era veramente reale in quel momento?”.
(photo by Pim)
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Tag: Battistero Neoniano, Carl Gustav Jung, Italia, Jung a Ravenna, memoria, Pim, psicoanalisi, psicologia, Ravenna, Ricordi sogni e riflessioni, Scrivere i risvolti
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Tag: Castello Estense, Ferrara, Italia, letteratura italiana, Ludovico Ariosto, Orlando Furioso, Piacciavi generosa Erculea prole, Pim, Scrivere i risvolti
La mia totale incomprensione per il tempo che passa è l’argomento di un motteggio interminabile che, di tanto in tanto, io e il mio interlocutore riprendiamo. D'altra parte, ci rimane sempre del tempo.
- Un bel po'. Cinque o dieci, forse venti, non so nemmeno più.
- E tu sei ancora lì a rivisitare, ad analizzare, a vivisezionare... A che ti serve quella roba che scrivi? Stai parlando di un tempo che non esiste più, ti rendi conto? Stai parlando di cose cui più nessuno pensa. Come se non fossero mai accadute.
- Per me sì, sono accadute. È roba importante quella che scrivo.
- Importante per chi?
- Importante per me. Se oggi sono la persona che sono lo devo necessariamente a certi fatti e a determinate persone che mi hanno cambiato.
- Persone che non ci sono più, che se ne sono andate per sempre. Tutti si sono dimenticati di tutto. Tu non eri che un nome da cancellare e sei stato cancellato. Sei uno zero. Niente, nada, nisba.
- Probabile, sì. E allora?
- E allora… Non c'è più nulla da ricordare né da capire e tu sei ancora lì che rimugini?
- Io non rimugino. E non voglio riparare il passato, se è quello che intendi. Voglio solo sovrascrivere ciò che ho vissuto e trarne delle storie che, possibilmente, siano belle. La cosa mi diverte. Saranno fatti miei o no?
- Lascia perdere, è un gioco al massacro il tuo. Il passato si seppellisce da sé. Tutto è così lontano e inutile. Dimentica anche tu e vivi quel che c'è. Crea altri ricordi e altre storie.
- Lo faccio continuamente, cosa credi.
- Tu vuoi sempre avere l'ultima parola, Pim.
- Ce l'ho comunque, visto che sei che un personaggio fittizio. Ti ho modellato sull'immagine di qualcuno ma tu non sei quel qualcuno. Sei un personaggio e non una persona, come lo sono gli altri personaggi in questo blog. Anche se, magari, portano lo stesso nome delle persone.
- Pure tu sei un personaggio, Pim, renditi conto.
- Appunto. Sono Pim e non Paolo. O viceversa, fai tu. Ma sono io ad aver creato questo blog, ad aver creato te e questo dialoghetto. Io ti ho fatto e io ti distruggo, ogni volta che mi pare. Ancora e ancora. Anche stavolta. Così.
- ...
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Tag: Paolo, passato, Pim, quanti anni, Scrivere i risvolti, storie di vita, tempo
Ritrovare Pedrito di tanto in tanto fa piacere e conforta. Il suo marchio d'autore sta nella capacità di mettere sullo schermo con delicata empatia la vitalità e la solidarietà femminile, proprie di chi non si arrende. Le vicende private delle due protagoniste si intrecciano con la storia collettiva della Spagna franchista, come in una grande famiglia allargata e intergenerazionale. Lo stile narrativo di Pedrito è diventato piano e fluviale: per arrivare al cuore e alla testa dello spettatore non ricorre più a certe stravaganze passate.
Madres Paralelas, di Pedro Almodóvar, con Penélope Cruz, Milena Smit, Aitana Sánchez-Gijón, Rossy de Palma (Spagna, 2021, 120'). In visione su Sky
Vedi Freaks Out e pensi a Tim Burton, a Emir Kusturica, a Quentin Tarantino, persino a Chaplin e a Spielberg. Mainetti non si perita di rifarsi ad autori eccellenti ma il suo cinema riesce ad essere qualcosa di diverso. Il suo è un grande merito, com'è un grande merito sondare generi che (compreso il precedente Lo chiamavano Jeeg Robot) non sono correntemente praticati in Italia. Freaks Out è, per l'appunto, una favola distopica: quattro fenomeni da baraccone dotati di poteri soprannaturali sconfiggono i nazisti che hanno occupato Roma durante la IIGM. Mainetti innesca un cortocircuito spaziotemporale che, se lo spettatore sospende l'incredulità e si lascia trasportare dalla storia, funziona a meraviglia. Soltanto la traiettoria eccentrica che la fantasia percorre può disinnescare l'orrore della realtà.
Freaks Out, di Gabriele Mainetti, con Claudio Santamaria, Aurora Giovinazzo, Pietro Castellitto, Giancarlo Martini, Giorgio Tirabassi (Italia, 2021, 141'). In visione su Sky
Che dire... CODA (Child Of Deaf Adult) è il classico film che piace tanto al pubblico americano: piacevolmente convenzionale, fintamente trasgressivo, provvisto di morale confortante. Feel-good movie. Si rifà al genere "è nata una stella", quindi contiene tutto quello che di buono lo spettatore medio si aspetta. Curiosamente, il tema della sordità è stato affrontato più volte dal cinema USA negli ultimi anni - Audible e The Sound Of Metal, ad esempio, di gran lunga più significativi.
CODA - I segni del cuore, di Sian Heder, con Emilia Jones, Marlee Matlin, Troy Kotsur, Daniel Durant (USA/Fra, 2021, 111'). In visione su Sky
Non c'è niente da fare: il fantasy mi sta indigesto come un polpettone, di quelli che si mangiano negli ospedali. Dune non fa eccezione, sebbene al posto di comando sieda Denis Villeneuve che è uno dei registi che preferisco. Le vicende del pianeta Arrakis e dell'erede predestinato di casa Atreides mi hanno lasciato del tutto indifferente. Com'era prevedibile, il film si è portato via una vagonata di Oscar. D'altra parte era già previsto un sequel, che mi perderò con vero piacere come i libri di Tolkien e la saga di Star Wars.
Dune, di Denis Villeneuve, con Timothée Chalamet, Rebecca Ferguson, Oscar Isaac, Josh Brolin, Stellan Skarsgård, Charlotte Rampling, Javer Bardem (USA, 2021, 155'). In visione su Sky
Ci sono film che strappano con precisione chirurgica il velo di Maya che offusca le nostre pupille, svelandoci la parte più intima di cui l'Io è costituito. Drive My Car è uno di questi straordinari film, che straziano l'anima ma sanno anche guarirla.
Drive My Car (Doraibu mai kā), di Ryûsuke Hamaguchi, con Hidetoshi Nishijima, Toko Miura, Reika Kirishima, Masaki Okada (Giappone, 2021, 179'). In visione su Sky
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Tag: Cinema, CODA, Denis Villeneuve, Dune, Freaks Out, Gabriele Mainetti, Madres Paralelas, Oscar, Pedro Almodóvar, PIm, Scrivere i risvolti, Sky
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Tag: cinema, la mia vita, Pim, sceneggiatura, Scrivere i risvolti, Vita di Pim
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Tag: #Èstatomeglio, Fuck, giochi linguistici, Pim, Scrivere i risvolti, vita
Mi aggiro incerto nella stanza vuota, un guscio di noce appeso da qualche parte dentro un palazzo, accanto o dentro una città che, dalla finestra aperta, non riconosco. Per qualche motivo so di essere entrato in quella stanza sempre più raramente negli ultimi tempi e in completa solitudine. Alcune valigie giacciono in terra aperte e appaiono riempite disordinatamente. Lei sta qui davanti a me ma è come se si trovasse già altrove. Getto un'ultima occhiata intorno, quindi estraggo dalla tasca un paio di chiavi e gliele poggio nel palmo aperto della mano. Queste non mi servono più - le parole mi escono meccanicamente dalla bocca, senza forzare il tono. C'è molta luce adesso. Con movimenti incerti attraverso la stanza, trovo la porta ed esco senza sbatterla. Un giorno le avevo promesso che non l'avrei fatto. Sento che mi chiama per nome ma la sua voce mi giunge ovattata, sempre più distante. Il nodo che avevo chiuso nel petto ora si allunga e si scioglie.
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Tag: la stanza vuota, Pim, psicologia, Scrivere i risvolti, sogni
Attraverso le fessure volano via le illusioni.
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Tag: aforisma del lunedì, fessure, illusioni, Pim, Scrivere i risvolti
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Tag: Fino a Pasqua, gabbiano, mare, Nettuno, Noli, Pasqua, Pim, Scrivere i risvolti, spiaggia
<< Ah... e già che ci siamo organizziamo anche il mio funerale. Mi raccomando, niente gente sbagliata perché sennò mi incazzo anche dopo morto. Poi ti faccio l'elenco. >>
P.S.: vale anche per me.
Tognazzi. La voglia matta di vivere, di Ricky Tognazzi (Italia, 2021, 85', RaiPlay)
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Tag: funerale, niente gente sbagliata, Pim, RaiPlay, Ricky Tognazzi, Scrivere i risvolti, Tognazzi. La voglia matta di vivere, Ugo Tognazzi