Tre momenti chiave della vita di un uomo in tre epoche diverse, in tre stagioni, nella stessa notte e nella stessa città narrati in ordine cronologico inverso. Ogni incontro presuppone un abbandono da elaborare, ogni inizio contiene già la fine di cui vanno ritrovate le ragioni. In questo mosaico temporale costruito come una gabbia esiste una sola certezza: non si può sfuggire al destino cui si è predestinati.
Cities Of Last Things (Xìngfú Chéngshì), di Wi Ding Ho, con Jack Kao, Lee Hong-chi, Hsieh Chang-Ying, Louise Grinberg (Tai/Chi/Fra/USA, 2018, 107'). In visione su Netflix
Un regista teatrale e la moglie attrice intraprendono un'estenuante causa di separazione che li pone di fronte ai propri limiti, alle piccolezze e agli egoismi personali. "Most people in this business make up the truth to get where they need to go", dice a un certo punto l'avvocato divorzista interpretato da Alan Alda. Funziona così, purtroppo. Ma forse non tutto è perduto: forse l'amore riesce ancora a manifestarsi in certi gesti spontanei, come chinarsi ad allacciare una scarpa all'ex coniuge che sta andando via. A volte la fine coincide con l'inizio di un'altra storia.
Storia di un matrimonio (Marriage Story), di Noah Baumbach, con Scarlett Johansson, Adam Driver, Ray Liotta, Laura Dern (USA, 2019, 136'). In visione su Netflix
Un padre single, malato terminale, cerca una famiglia che adotti il figlio di quattro anni. Uberto Pasolini firma un film toccante, autenticamente commovente, che evita il ricatto emotivo attraverso uno stile pudico e trattenuto. Da vedere.
Nowhere Special, di Uberto Pasolini con James Norton, Daniel Lamont, Eileen O'Higgins, Valerie O'Connor (Ita/GB/Rom, 2021, 96'). In visione su Sky
Gabriele Santoro insegna pianoforte in un quartiere popolare di Napoli. Un bambino che abita nel medesimo palazzo, si introduce in casa sua per nascondersi dalla famiglia. Sono due solitudini che si incontrano e decidono, non senza conflitti, di condividere un futuro necessariamente in fuga.
La narrazione procede garbata, in levare, arricchita dalla bravura dei protagonisti (Silvio Orlando su tutti). Sconta il difetto tipico dei film a tesi, cioè presenta passaggi programmatici che finiscono per risultare scontati.
Il bambino nascosto, di Roberto Andò, con Silvio Orlando, Giuseppe Pirozzi, Lino Musella, Imma Villa (Italia, 2021, 110'). In visione su Sky
Il 15 aprile del 2019 un incendio di proporzioni immani colpisce la cattedrale di Notre-Dame. Jean-Jacques Annaud ricostruisce gli avvenimenti mescolando fiction e documentario, soffermandosi sulle gesta dei pompieri che hanno salvato la cattedrale con il loro coraggio. Nel farlo, sfrutta efficacemente gli espedienti narrativi del genere catastrofico (il ritardo dei soccorsi, le preghiere della gente, il last-minute-rescue), con la differenza che gli eventi sono reali…
Tre giorni dopo io ero là, ancora turbato come migliaia di altri turisti giunti nel frattempo a Parigi per la Pasqua. Ma questa è un'altra storia ancora.
Notre-Dame in fiamme (Notre-Dame brûle), di Jean-Jacques Annaud, con Samuel Labarthe, Jérémie Laheurte, Daniel Horn, Elodie Navarre (Francia, 2002, 90'). In visione su Sky
Frances, ventenne da poco residente a Manhattan, trova una borsetta nella metropolitana e la restituisce alla proprietaria. Conosce così Greta, una vedova pianista dal passato misterioso, con la quale inizia un'assidua frequentazione. Le reali intenzioni della donna si rivelano ben presto sinistre.
Di Neil Jordan si perdono spesso le tracce ma quando riappare lascia il segno. Greta è un conciso psycothriller che si nutre di sottili ossessioni e perturbazioni mentali. Niente di sostanzialmente nuovo, beninteso: i modelli cui si ispira il regista irlandese appaiono evidenti e Isabelle Huppert ormai fa la psicopatica a vita. Tuttavia, la tela di ragno in cui cade la giovane Frances riesce ad avviluppare anche lo spettatore.
Greta (The Widow), di Neil Jordan, con Isabelle Huppert, Chloë Grace Moretz, Maika Monroe, Stephen Rea (USA/Irl, 2018, 98'). In visione su Sky