Che cosa mi resta in memoria di Gilles Villeneuve, quarant'anni dopo la sua fine tragica? Me lo chiedevo qualche sera fa, mentre guardavo il documentario su RaiPlay che ne racconta la storia sportiva. Non i numerosi incidenti, nemmeno il clamoroso duello con Arnoux a Digione, non la vittoria a Montecarlo né il volo finale nelle reti di Zolder. No. Di lui mi rimane semplicemente il suo viso da passerotto sperduto, lo sguardo dolce e un po' malinconico rivolto verso un punto indefinito davanti a sé che nessuno sapeva.