Sono un gran dimenticatore di titoli e trame di film. Il fermento intellettuale che percorre i circuiti neuronali sin da quand’ero bambino mi porta ad accumularne la visione in maniera quasi compulsiva. Le piattaforme di streaming hanno incrementato questo istinto onnivoro, rendendo mezza storia del cinema fruibile con un semplice click. Ogni tanto, però, lamento estemporanei vuoti di memoria. Mi rendo conto di non ricordare che brevi sequenze, immagini isolate, frammenti di dialoghi e non so più attribuirli. Peggio ancora quando a sfuggirmi sono i nomi degli attori protagonisti oppure dei registi. Mi sento persino in colpa per tale labilità mnesica - a parte ancora il sospetto che sia segno di un invecchiamento patologico.
Recentemente, però, ho letto un raccontino che mi ha in qualche modo consolato.
Un giorno un ragazzo domandò al suo maestro: «Ho letto moltissimi libri, ma ho dimenticato la maggior parte di essi. Ma allora qual è lo scopo della lettura?»
Il Maestro non gli rispose, gli disse di avere sete e chiese al ragazzo di prendergli dell’acqua usando un vecchio setaccio tutto sporco che era lì in terra.
L’allievo trasalì, poiché sapeva che era una richiesta priva logica. Tuttavia, non voleva contraddire il proprio Maestro, e prese il setaccio. Ogni volta che immergeva il setaccio nel fiume, non riusciva a fare nemmeno un passo verso il Maestro che non ne rimaneva neanche una goccia. Provò e riprovò decine di volte ma, per quanto cercasse di correre più veloce, l’acqua continuava a passare nei fori del setaccio e si perdeva lungo il tragitto.
Stremato, si sedette accanto al Maestro e disse: “Non riesco a prendere l’acqua con quel setaccio. Perdonatemi Maestro, è impossibile e io ho fallito nel mio compito”.
“No”, gli rispose il vecchio sorridendo, “tu non hai fallito. Guarda il setaccio, adesso è come nuovo. L’acqua, filtrando dai suoi buchi, lo ha ripulito. Quando leggi dei libri,” continuò il Maestro, “tu sei come il setaccio ed essi sono come l’acqua del fiume. Non importa se non riesci a trattenere nella tua memoria tutta l’acqua che essi fanno scorrere in te, poiché i libri con le idee, le emozioni, la conoscenza, la verità che vi troverai tra le pagine, puliranno la tua mente e il tuo spirito, e ti renderanno una persona migliore e rinnovata. Questo è lo scopo della lettura”.
È così. Ed è vero non solo per i libri ma anche per i film, gli spettacoli teatrali, i brani musicali… Magari non ne ricordiamo esattamente il titolo, il nome degli interpreti, lo svolgimento: eppure essi ci hanno formato e continuano ad agire inavvertitamente nella nostra psiche, influenzando il nostro modo di vivere e pensare. Le informazioni che abbiamo assimilato hanno mutato le nostre convinzioni, reso più limpide alcune idee, accentuato alcuni sentimenti. Tutto quello che abbiamo appreso ci rende nuovi, rinnovati come quel setaccio lavato, senza il peso né la fatica di dover ricordare per forza ogni minimo dettaglio. La consapevolezza è ciò che rimane quando crediamo di aver dimenticato tutto.