Il male non si cancella né si dimentica mai del tutto. Ci si deve adoperare invece per elaborarlo, per dargli una forma, delle dimensioni concrete. Il male deve trovare uno spazio proprio, un ordine logico. Vanno trovate le parole adeguate per esprimerlo, altrimenti rimane un dolore muto, indecifrabile, sotterrato frettolosamente da qualche parte. Il dolore che tace continua a lavorare in un antro oscuro e finisce per diventare una compagnia pericolosa, capace di ubriacarti e di farti commettere qualunque nefandezza.