Nicoletta si avvicina alla finestra e la spalanca, facendo entrare un tenue profumo di primavera. Si volta quindi verso di me, allarga le braccia e appoggia le mani sul davanzale. Sembra la riproduzione di un quadro impressionista.
<< Sai cosa ho imparato dalla mia esperienza? >>, dice riprendendo il discorso iniziato durante la mattinata, << Ho imparato a resistere all’istinto di provare sempre compassione per chi fa del male. Di empatizzare col carnefice, insomma. Bisogna fermarsi alla comprensione, senza fornire mai una giustificazione >>. Si ferma attendendo il mio intervento ma, vedendomi assorto, conclude così la sua riflessione: << Bisogna soprattutto tenere alte le difese, perché è un attimo cadere nella trappola che il carnefice fa scattare per convincerti a mettersi nei suoi panni. Non te li togli più quei panni >>.
Il mio pensiero sta andando, per associazione, a chi fece leva sulla mia bontà d'animo per farsi perdonare un gesto spropositato commesso per pura cattiveria. Non avrei dovuto cedere alla compassione, invece abbassai la guardia mettendomi incautamente nelle condizioni di essere colpito ancora e in modo più grave.
<< Sono d'accordo con te >>, le rispondo uscendo dai miei rovelli. << Bisognerebbe imparare a restare in equilibrio sul filo sottile della comprensione. Senza cadere, da una parte, nella condanna senza appello o, dall'altra, nell'assoluzione di comodo, per debolezza, quieto vivere… per una specie di educazione che tale non è. >>
<< Sì, perché comprendere, o almeno tentare di farlo, è un'esperienza formativa, si impara ad accettare l'altro malgrado la diversità: non ne condivido le ragioni però le capisco e mantengo una certa distanza, senza il bisogno di identificarmi con lui. Soprattutto se è la persona sbagliata. Cadere nella condanna moralistica o, all'opposto nell'assoluzione a tutti i costi significa invece tagliar fuori la ragione >>.
<< E l'umanità >>, aggiungo. << Dovremmo essere capaci di procedere con misura, per quanto possibile >>. Scuoto la testa: << Sempre che una misura esista, poi >>.