Scrivere i risvolti

Il mago

Prisca mantiene sul viso un'espressione curiosa, tra il divertito e il sognante. Con garbo glielo faccio notare e lei risponde usando un tono di voce vago: << Il mago scatena la fantasia ma non svela mai i suoi trucchi >>.

Allude probabilmente a qualche sua vicenda amorosa, però decido di prenderla alla lettera: << Se lo facesse non sarebbe più considerato un mago ma, semplicemente, uno scaltro manipolatore >>.

<< La magia è così: un mistero da indovinare >>.

<< Meglio ancora se il mistero resta insolubile >>.

<< Sicuro >>. E così dicendo mi strizza l'occhio.

#PotrestiEssere

Potresti essere l'idea folgorante che appare alla mente, il dettaglio che sbuca alla visuale, il prossimo stupore che si disegna sul viso.

(photo by Pim)

#vorreiParlarti

Vorrei parlarti... tè, caffè o me?

#seSoloPotessi

Ah, se solo potessi uscire una volta con Emma, invitarla a cena o a teatro... Sono sicuro che le farei dimenticare quello stronzo di Rodolphe e la sua vita potrebbe cambiare. Anche la mia.

#TuttiAbbiamo

Tutti abbiamo commesso qualche peccato inconfessabile che non vediamo l'ora di rivelare.

Autoreferenziale

Sono autoreferenziale, ovvio: ho vissuto una vita intera solo per il gusto di raccontarla.

L'anello debole

Sono sempre stato l'anello debole della catena, di ogni catena di cui ho fatto parte, a partire da quella familiare. Rappresento l'anello difettoso - per cause genetiche o acquisite, non importa adesso stabilire la natura della mia diversità. In ogni caso, per tale ragione manifesto un comportamento imprevedibile: posso spezzarmi e aprirmi al primo colpo oppure sopportare un carico notevole e tenere, tenacemente.

Questa debolezza sostanziale è sempre stata anche la mia forza: io sono l'anello che può mantenere insieme tutti gli altri elementi della catena oppure farla saltare, da un momento all'altro. La folle imprevedibilità della mia natura deficitaria mi conferisce un potere distruttivo di cui sono ebbro e vado fiero.

San Giuseppe

<< Per me la festa di san Giuseppe non è mai esistita >>, dice Nina mentre si accomoda sulla poltrona dietro la scrivania, << nel senso che non ho avuto un buon papà. Però mi commuove leggere tutti quei tweet dedicati alla figura paterna, anch'io avrei voluto scriverne uno colmo di affetto >>.

<< Non ho avuto un buon padre neppure io >>, le rispondo, << per cui la festa del papà mi dà l'orticaria. Più in generale, non mi piacciono tutte le feste ad hoc: della mamma, dei nonni, dei parentivari. Tutta la fiera dei buoni sentimenti che vengono ostentati nei social mi sembra un po' fasulla >>.

<< Sì, su questa ostentazione sono d'accordo con te, Pim, a volte è davvero fastidiosa. Però quando leggo certi messaggi d'amore pubblicati dalle figlie per il proprio papà penso sempre che vorrei, e avrei voluto, provare sentimenti simili. È un pezzo di vita importante che non c'è stato. Anzi peggio: che è stato sbagliato. E non ci sarà mai rimedio >>.

<< Provo il tuo stesso sentimento di perdita legato alla mancanza di una figura di riferimento, con tutto quel che ne consegue... Ne ho fatto tranquillamente a meno però, come dici tu Nina, resta la consapevolezza che una parte di me non si sia adeguatamente sviluppata. E rimanga lì, incompiuta. >>

True love

La verità è che quando una persona ti vuole, ti vuole seriamente con sé, mette da parte tutto il mondo. Problemi, paure, ripensamenti, difficoltà, chilometri... Non esiste niente. Perché, se ti vuole davvero, non ha il tempo né l'occasione di prendere in considerazione tutte queste cose. Chiede soltanto di stare con te.

(photo by Pim)

Scarnifica

Esiste un’eventualità che raramente consideriamo, ma va tenuta presente. Quando una relazione sentimentale termina, non è detto che ciò accada per qualcosa di sbagliato che abbiamo detto o fatto. Potrebbe essere invece che, intenzionalmente o meno, abbiamo smascherato la persona amata e che lei, vistasi scoperta, si sia incazzata a morte con noi.

L'amore svela, denuda. Di più: scarnifica.

#PerchéNonEraSolo

Scelsi di vivere quella storia d'amore perché non era solo un'avventura. Non ci furono sviluppi, ciò che poteva accadere non accadde o finì troppo presto, ma ogni istante di quei giorni felici mi resta tuttora prezioso.

(photo by Pim)

#piùDiQuel

La somma delle mie parti vale più di quel tutto che sono.

Pirati

<< Sai Pim >>, mi dice stamattina Anna, << in questo fine settimana ho elaborato una mia piccola teoria >>.

<< Sentiamo >>.

<< Eccola. I buoni marinai sanno affrontare le tempeste, i grandi comandanti non le temono e i pirati le trasformano in avventure >>.

<< Interessante… Mi viene da pensare che in certe occasioni noi siamo marinai, in altre comandanti e in altre ancora pirati. Basta non diventare naufraghi! >>.

Carnefice

Nicoletta si avvicina alla finestra e la spalanca, facendo entrare un tenue profumo di primavera. Si volta quindi verso di me, allarga le braccia e appoggia le mani sul davanzale. Sembra la riproduzione di un quadro impressionista.

<< Sai cosa ho imparato dalla mia esperienza? >>, dice riprendendo il discorso iniziato durante la mattinata, << Ho imparato a resistere all’istinto di provare sempre compassione per chi fa del male. Di empatizzare col carnefice, insomma. Bisogna fermarsi alla comprensione, senza fornire mai una giustificazione >>. Si ferma attendendo il mio intervento ma, vedendomi assorto, conclude così la sua riflessione: << Bisogna soprattutto tenere alte le difese, perché è un attimo cadere nella trappola che il carnefice fa scattare per convincerti a mettersi nei suoi panni. Non te li togli più quei panni >>.

Il mio pensiero sta andando, per associazione, a chi fece leva sulla mia bontà d'animo per farsi perdonare un gesto spropositato commesso per pura cattiveria. Non avrei dovuto cedere alla compassione, invece abbassai la guardia mettendomi incautamente nelle condizioni di essere colpito ancora e in modo più grave.

<< Sono d'accordo con te >>, le rispondo uscendo dai miei rovelli. << Bisognerebbe imparare a restare in equilibrio sul filo sottile della comprensione. Senza cadere, da una parte, nella condanna senza appello o, dall'altra, nell'assoluzione di comodo, per debolezza, quieto vivere… per una specie di educazione che tale non è. >>

<< Sì, perché comprendere, o almeno tentare di farlo, è un'esperienza formativa, si impara ad accettare l'altro malgrado la diversità: non ne condivido le ragioni però le capisco e mantengo una certa distanza, senza il bisogno di identificarmi con lui. Soprattutto se è la persona sbagliata. Cadere nella condanna moralistica o, all'opposto nell'assoluzione a tutti i costi significa invece tagliar fuori la ragione >>.

<< E l'umanità >>, aggiungo. << Dovremmo essere capaci di procedere con misura, per quanto possibile >>. Scuoto la testa: << Sempre che una misura esista, poi >>.

#UltimamenteHo

Ultimamente ho sviluppato una vera e propria idiosincrasia nei confronti del genere umano.

In compenso vado molto d'accordo con i gatti.

 

(photo by Pim)

Le persone che ci feriscono

<< Le persone che ci feriscono di più sono, per assurdo, quelle più convinte di amarci >>, dice Marty.

<< Le persone che ci feriscono >>, obietto,  << sono convinte di amarci ma, in realtà, amano soltanto sé stesse >>.

#IlNullaDelleCose

Il nulla delle cose ci angoscia ed è per questo motivo che carichiamo la realtà di un senso che non esiste, se non nelle nostre aspettative.

Cunk On Earth

Grazie a Philomena Cunk, conduttrice ineffabile del mockumentary, ho imparato che il più temibile nemico dell'uomo primitivo era la mucca, che Gesù era un falegname radicalizzato e che i romani hanno inventato (o perfezionato, non ho capito) lo sbiancamento anale. E poi ancora: Henry Ford Model T aveva per combinazione lo stesso nome dell'auto che progettò, il Titanic (o Titan1C) è stato il più grande sottomarino usa-e-getta della storia e la luna la meta turistica peggiore di sempre.

È vero: alcune domande sono rimaste senza risposta (le piramidi avevano quella forma affinché i senzatetto non potessero dormirci sopra? È più importante il Rinascimento o Single Ladies di Beyoncé?), ma non si può avere tutto.

 

Cunk On Earth, di Christian Watt, con Diane Morgan (GB, 2022, stagione 1, 5 episodi). In visione su Netflix.

"Come la luce delle stelle morte"

Ho annotato un passo dell'intervista rilasciata da Massimo Recalcati a Riccardo Mazzeo per ilquotidiano.it. Avrei voluto pubblicarlo sul blog nei giorni intorno al mio compleanno, lo faccio ora apportando qualche piccola modifica personale al testo.

 

« Tutto quello che ho perduto, i miei maestri, gli amici che hanno tradito, gli amori che mi hanno abbandonato o che ho distrutto o che mi hanno abbandonato perché ho distrutto, i grandi ideali della mia giovinezza, le letture che mi hanno formato, i ricordi lontani della mia infanzia, i profumi, i colori [...], ma anche le mattine, le sere, il suono del mare e quello della pioggia che batteva sul tetto [...], i suoi occhi azzurri su di me, il suo bacio di addio, la prima notte dell’amore, la sabbia sotto i piedi, la prima volta che ho visto Parigi, il suo profumo di mimosa, la ferita al cuore, il suo atroce tradimento… Tutto resta con me. Tutto è morto ma resta ancora vivo in me. È morto e vivo insieme. E sono grato a tutto… Vorrei solo poterlo vivere ancora una volta, ancora milioni di volte. Il bene come il male. La gioia come il dolore. Eternamente. Come la luce delle stelle morte. »

τελέω

Il verbo τελέω significa compiere, terminare, completare. Ci ricorda e, nel contempo, ci ammonisce che abbiamo programmi da realizzare, progetti da ultimare, promesse da mantenere, impegni che vanno onorati.

Il Rocci aggiunge che τελέω può essere tradotto anche con quietare, calmare, ammansire. Suggerisce cioè che concludere bene un percorso, anche se costa fatica fisica ed energie mentali, dona un senso di compiutezza accompagnato da una soddisfazione intima che, altrimenti, non potremmo mai sperimentare.