L'ansia è quella cavernosa delle tre del mattino. È l’ora peggiore, in cui ci si risveglia di soprassalto, con il cuore che sbatte affannosamente contro la gabbia toracica. L'ora in cui pensieri incontrollati, nichilisti e distruttivi, ci scagliano d'acchito nell'abisso della mente. E ci si sente disperatamente soli, smarriti, abbandonati da Dio e dal mondo come Gesù nel Getsemani.
È quella l'ora in cui una forza oscura ci costringe a fare i conti con la nostra vita, con i conti in sospeso, quelli che non tornano. Dal nulla affiorano come spettri le buone intenzioni andate perdute, i propositi mai mantenuti, i progetti irrisolti, le motivazioni e le aspirazioni sfumate, l'angoscia dei sensi di colpa.
Un'orda indistinta di considerazioni spazza via ogni ragionamento logico, travolgendolo sotto il panico incontrollabile dei presentimenti. Ci si sente in totale balìa di un vento impazzito che toglie fiato e speranza dai polmoni.
Ci si fa convinti che le supposizioni più fosche dovranno necessariamente avverarsi, nonostante le percepiamo come irrazionali. E finiremo per soccombere, prostrati a terra sotto la croce del fallimento incombente. Risorse e strumenti, tutto appare irrevocabilmente perduto a causa della nostra inettitudine, della debolezza, della malattia.
E allora elaboriamo febbrilmente piani e programmi per tentare di riparare ma, appena formulati, essi perdono immediatamente consistenza e convinzione. Un sentimento di prostrazione profonda paralizza le idee lungo il loro decorso dentro i neuroni. Non risolveremo mai i problemi che ci assillano, dentro i quali finiremo per sprofondare come nelle sabbie mobili di certi vecchi film.
Finalmente, dopo fasi concitate di veglia e sonno, arriva l’alba. Ecco la luce, a poco a poco si apre alla vista un ambiente familiare, riconosciamo i rumori domestici, il profumo del caffè si diffonde dalla cucina. Il giorno ricomincia il proprio decorso naturale, a dispetto di ogni visione notturna.
Una voce amica chiede come stai e ti conforta inconsapevolmente.
Perché da solo l’uomo non è nulla, tutti abbiamo bisogno di tutti.