Stiamo parlando di libertà, di autodeterminazione, di risveglio interiore. Dell’importanza di sottrarsi alle cose che fanno piangere, come scriveva Natalia Ginzburg. Rispondendo a Rosy, Dahlia conclude il suo ragionamento con questa frase: << Rispetta te stessa. Allontanati da tutto ciò che non ti serve più, che imbriglia la tua crescita, che ti mette a disagio con te stessa. Smetti di lamentarti e accetta la sfida. Solo così potrai cominciare a sentirti meglio, a essere più serena e a trasmettere serenità. >>
<< Sì >>, commenta lei, << Bisogna rispettare noi stessi abbastanza da lasciare alle spalle ciò che ostacola il cammino che vogliamo compiere. Circostanze e persone tossiche... E poi fare nuovi incontri che ci aiutino a cambiare, a migliorare, a evolvere insomma >>.
Roberto, come suo solito, ha qualcosa da obiettare: << Non è sempre così facile, Dahlia. Per alcuni può esserlo, per molti altri si tratta di una decisione complicata. Non solo per questioni pratiche, che a volte condizionano in modo decisivo, ma perché si fanno incatenare dai pensieri negativi >>.
<< Distorsioni cognitive >>, chioso con una battuta.
<< Oppure semplice overthinking >>, precisa lui.
<< Per questo si lavora su sé stessi >>, risponde Dahlia, << vivendo nel Dharma o seguendo un percorso spirituale. >>
Durante i vari interventi ho avuto il tempo di digitare sullo smartphone, cercando su Google una citazione che mi è tornata alla memoria. << Ecco. Matteo 10,14: "Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi" >>.
Dahlia mi rivolge un sorriso: << Grazie per l'integrazione, Pim >>. E poi, rivolgendosi a tutti: << Sono contenta perché, in questa piccola discussione, abbiamo trovato delle espressioni che si intrecciano armoniosamente tra loro. Possono rappresentare un piccolo incoraggiamento per chi ha bisogno di uscire dalle situazioni stagnanti della vita. >>
(per mamma)