In una lettera del 6 aprile 1921 indirizzata a Ugo Betti, Carlo Emilio Gadda scriveva così: "Il mio gran male è stato sempre e sarà sempre uno: quello di desiderare e sognare, invece di volere e fare." E ancora: "Appena mi accorgo di quello che mi piacerebbe fare il voglio diventa uno stupido e impotente vorrei" (25 maggio 1921).
Mi riconosco nella sua "cognizione" del vivere, che è anche una sconsolata diagnosi esistenziale.
(Photo by Pim: Sperlonga, 29 marzo)