Mi cimento in un’autobiografia mentale composta esclusivamente da tutte quelle immagini di felicità che hanno segnato la mia vita. Non devo cercarle: esse affiorano da sole sulla parete nera delle palpebre, sequenza dopo sequenza, legate da invisibili fili associativi, senza ordine logico né temporale.
Ad occhi chiusi ma ben spalancati su quel magazzino iconico, accenno un sorriso. So che quelle visioni mi accompagneranno nel momento in cui lascerò questa terra. Durante la traslazione non sarò solo. Il pensiero mi conforta.