
La vita nelle strade cittadine è ripresa ormai intensa, tra le vetrine e i caffè discretamente affollati. Clelia ed io siamo seduti al tavolo di un dehors accarezzato da un vento leggero. Com'è facile prevedere ci si perde in qualche considerazione generica sull'evoluzione della pandemia, sulle vaccinazioni e le riaperture degli esercizi commerciali.
Prendendo spunto da una sua frase appena accennata, riguardante un collega sfrontato e carrierista, mi affiora alla mente un concetto su cui rifletto da tempo. << Ognuno ha quel che si merita: è una frase che diciamo spesso, per consolarci o per rafforzare l'autostima, ma non è così che funziona. Almeno non secondo me, per quel che può valere la mia opinione. >>
Clelia mi guarda con occhi corvini, il suo viso esprime curiosità.
<< Ti dico come la penso: il nostro destino dipende solo in minima parte dalle scelte che compiamo. Dipende invece dal contesto in cui siamo calati, dalle esperienze che riusciamo a fare, dagli incontri più o meno fortuiti… Dipende in buona parte dalle fatalità, dal caso insomma. E il caso non comporta alcun merito. Quindi è inutile perdersi in sofismi: ognuno ha ciò che gli accade. E bòn. >>
Un gruppo vociante di ragazzi senza mascherina ci passa accanto.
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