Scrivere i risvolti

Coup de foudre

Prisca è appena ritornata da un breve viaggio in Camargue. Non l'aveva mai visitata ed è rimasta letteralmente folgorata dalla bellezza di quella regione. << Non capita solo con le persone >>, dice Prisca. << Anche per i luoghi può essere amore a prima vista. Il fascino di Aigues Mortes e Les-Saintes-Maries ti cattura >>.

Le sue parole mi richiamano alla memoria il concetto di neutral stuff proposto da Bertrand Russell: << I luoghi, come le persone, sono catalizzatori di sensazioni ed emozioni, di ricordi ed aspettative. Sono un insieme di percezioni, insomma. Il colpo di fulmine può scoccare immediatamente, fortissimo, come un meccanismo a orologeria perfetto e misterioso al tempo stesso >>.

<< Vero. Mi è capitato anche di decidere di acquistare in pochi minuti la casa che cercavo. Solo per le sensazioni che mi produceva quando sono entrata per la prima volta >>.

Sorrido. << Ti capisco: io ho acquistato un'automobile in poco più di un quarto d'ora... È un impulso che, però, può scattare soprattutto quando incontro una donna: è una sorta di riconoscimento improvviso, spesso reciproco. Magari è solo uno stato momentaneo. Altre volte, invece, è destinato a durare nel tempo. Chi lo sa… >>.

Dovrei scendere nei particolari e confidarle alcune esperienze personali, ma non mi sembra il momento. E comunque non credo che ne avrei voglia.

Hanno mille percorsi le domande, le risposte pretendono continui aggiustamenti di rotta. Non è semplice accettare tutto come è e non come vorremmo che fosse.

Le verità più sgradevoli sono sepolte sotto coltri di soffici menzogne.

Ho bisogno di tempo, ancora un po' di tempo...

L'obiettivo

L'obiettivo che mi pongo è capire, non di entrare nello spazio del giudizio.

(Ancora) sull'amore

Hai la consapevolezza di avere conosciuto l'amore soltanto quando accetti la sofferenza di vederlo finire. La sofferenza devi metterla in preventivo, bisogna imparare a tollerarla nonostante si eviti o si cerchi di evitarla.

Non è saggio addurre scuse o pretesti: l'amore inizia, ha una durata e un termine, come l'amicizia, come tutte le cose della vita. L'amore però non si cancella, anche se siamo stati trascurati, offesi, abbandonati. L'amore ci cambia e non possiamo più tornare ad essere la persona che eravamo prima di incontrarlo. Ci liberiamo da una delusione, da un'ossessione - perché l'amore è un'ossessione - ma una parte di noi non vuole dimenticare. E non dimentica mai.

Defectus

"Lei ne ha di difetti Santo Padre?"

"Sono io il difetto. Io sono defectus. Defectus in latino vuol dire mancanza. Io ho mancato me stesso."

 

(da The New Pope, E5, di Paolo Sorrentino)

Noi comprendiamo

Noi comprendiamo in proporzione alla capacità di porre attenzione, che è in relazione con la capacità di ascoltare e poi di moderarci nel parlare - o, meglio ancora, di fare silenzio.

Offrire una presenza concreta, disponibile, fiduciosa, non giudicante vale più di tanti discorsi spesso ridondanti se non inutili o dannosi. Significa concedere uno spazio nei propri pensieri e nel proprio tempo dove accogliere ciò che l'interlocutore dice e sente.

Chi parla molto è destinato a capire poco, chi non chiude la bocca non apre la mente.

Narzisse

Questo mondo è specchio ed esistenza

Quale sarà il ruolo dello sguardo

Nel separare la luce dall'ombra?

Situazioni-limite

Conosco poco il pensiero di Karl Jaspers, lo trovo indigesto come la maggior parte dei filosofi tedeschi (ammetto la mia inadeguatezza intellettuale).

Mi sovviene però una citazione che può servire ora come viatico in questo tempo di pandemia: "Noi diventiamo noi stessi entrando a occhi aperti nelle situazioni-limite".

La mia vita

Sono consapevole che la mia esistenza avrebbe potuto seguire un percorso diverso, forse più soddisfacente.

Ho avuto però esperienze arricchenti, ho superato molti ostacoli ed evitato grossi guai.

Di tutto questo sono grato alla mia vita e le resto affezionato. Non vorrei lasciarla mai.

Ma quando un giorno accadrà, spero che cambi soltanto forma e non la sua sostanza.

 

(Photo by Pim)

"Avere denaro significa avere tempo"

"Sono sicuro che non si può essere felici senza soldi. Ecco tutto. Non mi piacciono né la facilità né il romanticismo. Mi piace rendermi conto. Ebbene, ho notato che in certe persone superiori c’è una specie di snobismo spirituale che le porta a credere che il denaro non sia necessario alla felicità. È stupido, è falso, e, in un certo senso, vile. Ci vuole del tempo per essere felici. Molto tempo. E quasi sempre ci logoriamo la vita a guadagnare denaro, mentre bisognerebbe, col denaro, guadagnarsi il tempo. Avere denaro significa avere tempo. Non si esce di lì. Essere o diventare ricchi significa avere tempo per essere felici, se si è degni di esserlo."

(Albert Camus, La morte felice)

Commento sottilmente provocatorio, quello di Camus, va letto con attenzione. Il possesso del denaro ci libera dalle preoccupazioni quotidiane, che ci costringono a tirare avanti sacrificando risorse, speranze, le aspirazioni più intime. Il denaro non si identifica con la felicità ma ne è la condizione necessaria, in quanto può contribuire a regalarci del tempo da dedicare a noi stessi. La chiave di lettura del pensiero di Camus sta nell'ultima frase: avere del tempo a disposizione per amarsi e prendersi cura di sé significa rendersi degni di essere felici. È questa premurosa attenzione che dedichiamo alla nostra vita interiore (alla nostra anima, avrebbe detto Platone) ad arricchirci veramente.

Also Sprach Pim!

Ho usato Google Translate per tradurre in tedesco alcuni post scritti recentemente. Volevo capire che effetto facessero e... beh... anche quelli più introspettivi e meditabondi hanno assunto un tono apodittico piuttosto curioso.

Per noi latini la lingua tedesca suona imperativa e imperiosa. Mette una certa soggezione, ecco. Anche un semplice saluto amichevole sembra il discorso di un generale prussiano rivolto alle truppe prima della battaglia. Non credevo tuttavia che le mie argomentazioni, enunciate con toni sempre abbastanza sfumati, producessero un effetto tipo Also Sprach Zarathustra!
Sono convinto che si ottenga invece esito opposto quando si traduce il tedesco nella nostra lingua.

Se Kant fosse stato italiano, napoletano ad esempio, il suo cavernoso Ich Denke avrebbe risuonato nei secoli in maniera più dolce, persino spensierata. Del tipo: penzamm'a salute... Il buon Manuè avrebbe forse fatto il pizzaiolo nel Rione Sanità e mai gli sarebbe passato per la testa di diventare l'incubo notturno di tanti studenti liceali e universitari.

"An eye for an eye..."

“An eye for an eye only ends up making the whole world blind.”

(Mohandas Karamchand Gandhi, attribuita)

Comprendere = prendere con sé

Essere-per-la-morte

La condizione di vivere sapendo che bisogna morire dovrebbe renderci tutti più solidali e vicini, consapevoli della sorte che inevitabilmente ci attende.

Conoscere se stessi

Conoscere se stessi. Significa osservarsi, imparare a comprendere le proprie reazioni emotive e razionali, quindi esercitarsi a tradurle in forma quanto più possibile compiuta - per esempio a metterle per iscritto.

La conoscenza di sé richiede un lavoro faticoso che non potrà mai considerarsi necessariamente completo - anzi, è un processo in continua via di definizione.

Intraprendere un cammino di consapevolezza vale però la pena, perché conoscere se stessi significa creare se stessi.

Le cattive massime

"Odio le cattive massime più delle cattive azioni."

"Je hais les mauvaises maximes encore plus que les mauvaises actions."

 

(da Julie ou la Nouvelle Héloïse, Jean-Jacques Rousseau. Rousseau, quello vero)

Quel momento finale

Qualche filosofo sostiene che a ciascuno di noi è riservato un modo particolare di morire e che il momento del trapasso sia specchio dell’esistenza vissuta.

Non è affascinante e terribile il pensiero che quel passaggio finale segua - sia pure a nostra insaputa - un percorso individuale, privato, unico? Che si adegui alla nostra storia di vita e si integri pienamente con essa?

"La speciale rivelazione dell'essere che chiamiamo bellezza"

"Il punto è che la bellezza è un evento, una rivelazione, un'epifania. Per esserci deve accadere e non sempre, e non a tutti, accade. Essa è inevitabilmente legata al luogo, al tempo, al contesto, al momento, alla disposizione interiore. Non tutte le giornate, non tutti i fenomeni naturali, non tutti i panorami generano sempre bellezza: anche se tutti sono belli in sé, non per questo in chi li vive fanno sempre nascere il sentimento della bellezza. Perché si possa dare la speciale rivelazione dell'essere che chiamiamo bellezza occorre che la lucentezza del reale (sempre in sé depositario di bellezza) risuoni nel soggetto."

(Vito Mancuso, La via della bellezza. Noli, 15 maggio, photo by Pim)

Il libero arbitrio

Quelli che giustificano le proprie azioni appellandosi al libero arbitrio e poi negano qualunque responsabilità circa le conseguenze che ne derivano.

Quelli che, insomma, dimostrano di non aver mai letto Agostino.

Non è vita se non ci prendiamo cura di noi stessi e degli altri.

Cura dell'anima - θεραπεία diceva Socrate -, della ψυχή, della mente.

Cotidie morior

Cotidie morior, diceva il mio omonimo di Tarso.

Nel corso della nostra vita non finiamo mai di morire.

E di rinascere.

esserci

trovarsi

esistere

A.F.

La confusione ideologica in cui si agita il movimento dei gilets jaunes si è pienamente rivelata non tanto nella vigliacca aggressione al filosofo ebreo Alain Finkielkraut quanto per il fatto che gli abbiano dato dell’antisemita…

Una linea di difesa

Ci deve essere sempre una linea di difesa tracciata a salvaguardia della riservatezza. È bene che certe parti di sé restino private e segrete.

(Castiglione Torinese, 1 febbraio 2019, photo by Pim)

Questions philosophiques

Non bisogna chiedersi se il pensiero dei filosofi classici è ancora attuale, bensì se lo sia il pensiero contemporaneo.

Traducendo Brecht

Un grande temporale

per tutto il pomeriggio si è attorcigliato

sui tetti prima di rompere in lampi, acqua.

Fissavo versi di cemento e di vetro

dov’erano piaghe murate e membra

anche di me, cui sopravvivo. Con cautela, guardando

ora i tegoli battagliati ora la pagina secca,

ascoltavo morire

la parola d’un poeta o mutarsi

in altra, non per noi più voce. Gli oppressi sono

oppressi e tranquilli, gli oppressori tranquilli

parlano nei telefoni, l’odio è cortese, io stesso

credo di non sapere più di chi è la colpa.

 

Scrivi, mi dico, odia

chi con dolcezza guida al niente

gli uomini e le donne che con te si accompagnano

e credono di non sapere. Fra quelli dei nemici

scrivi anche il tuo nome. Il temporale

è sparito con enfasi. La natura

per imitare le battaglie è troppo debole. La poesia

non muta nulla. Nulla è sicuro, ma scrivi.

 

(Franco Fortini)

Sono fatto così

Il mio approccio alla realtà è dialettico, problematico, trasversale.

Non è una forza né una virtù: al contrario, devo produrmi in ragionamenti faticosi e scomodi giri di parole andando sovente incontro ad inutili complicazioni nel rapporto con gli altri.

Questa è la mia natura, devo farmene una ragione e sopportarne le conseguenze.

 

(photo by Pim)

"Chi sa se gli uomini..."

Chi sa se gli uomini che in vita hanno ricevuto dalle donne, da molte donne, moltissime carezze e parole d'amore, attraversano la Valle dell'Ombra soffrendo meno e con meno paura?

(da Pensieri del Tè, di Guido Ceronetti, Adelphi, Milano, 1987. Photo by Pim)

La libertà

"Un vero uomo è tale per il modo in cui interpreta l’essenza specifica della natura umana, cioè la libertà. Un vero uomo è l’uomo libero da ogni servilismo esteriore, che non si inchina a baciare la mano di nessuno, né desidera che qualcuno si inchini a baciare la sua, atteggiamenti che contrassegnano l’esistenza all’insegna del potere e non della libertà. Ed è libero da ogni servilismo interiore, ripulisce la mente da parole e concetti uditi da altri, se non ne è intimamente convinto. Egli non obbedisce, pensa."

(Vito Mancuso, La vita autentica, Feltrinelli ed.)