Cara G****,
Non so mai come vivere questi giorni di frenesia che per me – amante della routine – segnano il culmine della stagione meno congeniale. È in questo periodo che devo sopportare la brevità delle ore di luce, il sole basso sul parabrezza, le buche che si aprono continuamente nelle strade. Quest'anno, almeno, ho scampato certi interminabili cenoni e i ritrovi natalizi tra parenti - mai le restrizioni governative mi sono state tanto gradite! L'anima oscilla tra la sensazione ludica e cattolica, retaggio dell'infanzia, e quella disincantata propria dell'età adulta. Alla fine non so neppure che cosa desidero veramente. Dovrei imparare ad avere meno aspettative? O forse a dare più tempo e credito alla speranza?
"So di esserti apparsa probabilmente una donna poco convenzionale e non particolarmente incline ad una rigida osservanza dei princìpi morali tradizionali…", mi scrivevi nella tua ultima e-pistola. Ti confesso di amare particolarmente le persone anticonformiste, fuori dagli schemi. E mi piacciono molto le donne emancipate, determinate nel superare le convenzioni sociali (ho visto da poco Becoming Jane, se conosci la vita di Mary Austen capisci a cosa mi riferisco). La ragione è semplice: le persone anticonformiste sono interessanti, coinvolgenti, stimolanti. Si propongono di seguire le inclinazioni personali a prescindere dai giudizi altrui. Non sono noiose come quei perbenisti che si adeguano a princìpi morali assorbiti e metabolizzati passivamente, bisognosi di sicurezza e quindi di un riconoscimento sociale. Gli stessi che volentieri catechizzano il prossimo, facendo lunghi predicozzi dai toni moralistici. Salvo poi scoprire che, dietro le loro vite irreprensibili, si celano vizi e vizietti magari non del tutto innocenti.
Le frequentazioni inusuali hanno sempre rappresentato una cartina al tornasole per il mio modo di essere e di pensare. Come insegna Popper: per considerare vera una teoria è necessario falsificarla. Non ti nascondo che in molte occasioni le mie idee non hanno retto al confronto. Non sono di quelli che si vergognano nell'ammetterlo. Se qualcosa funziona meglio di ciò che ho, lo uso: il principio vale per un software come per una convinzione.
Vorrei (con un sorriso) rassicurarti: ho amicizie prevalentemente femminili e quasi tutte - per una ragione o per un'altra - dallo stile anticonvenzionale. È proprio questa caratteristica ad attrarmi principalmente in una donna, segno di un'intelligenza vivace e creativa. Come sai non ho un atteggiamento giudicante, il mio approccio è generalmente comprensivo: i pensieri e i comportamenti divergenti attirano perciò la mia attenzione, mi piacciono e li condivido.
La mia esistenza stessa si muove da sempre lungo itinerari fuori dai copioni convenzionali. Da ragazzo ho avuto seri problemi di salute che, pur superati, hanno sparigliato carte e progetti. Ti ho raccontato anche di certe mie vicende amorose, le quali mi hanno portato a fare conoscenze impreviste, a compiere viaggi non programmati, che hanno contribuito ad aprirmi verso riflessioni inedite. Insomma: se guardo indietro non vedo nulla di normale nella mia vita (e nemmeno se considero il tempo presente). Non seguo le credenze comuni: anzi mi percepisco estraneo ad esse. "Sì, ma…" è il mio motto: capisco tutto però il più delle volte non mi allineo, non sono d'accordo, ho sempre qualche osservazione da fare. Non per puro spirito di contraddizione. Come diceva Nanni Moretti in Caro Diario, non riesco a far parte integrante di una maggioranza: non sento particolarmente il bisogno di approvazione sociale, non devo compiacere nessuno se non la mia coscienza. E mi comporto di conseguenza, senza grossi sensi di colpa. È vero che il conformismo è sempre latente ma, per quanto possibile, mi pare saggio mantenere intatta la capacità critica. Mi guida la tua stessa regola di condotta, ovvero di non fare del male agli altri. Un principio etico che va ben al di là della morale, per non dire di certo moralismo d'accatto.
Gli esseri umani non sono uniformi. La verità è che, sosteneva nonno Sigismondo, la normalità non esiste: se si parte da questo assunto si legge la realtà con molta più chiarezza. Ciascuno ha una personale misura di felicità, ciascuno ha i propri desideri che lo rendono unico e irripetibile.
Ora che ho divagato abbastanza posso rientrare nei ranghi. Cara G****, ti auguro che il nuovo anno sia un tempo buono nel quale stupirti, emozionarti, nel quale abbracciare e farti abbracciare, stare con chi ami… Che questo nuovo tempo sia insomma il tuo tempo.
P.
(Lettera privata, 30 dicembre 2020)
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